Alla Biennale navigano le barche dei migranti

Alla Biennale navigano le barche dei migranti

Sullo splendido pavimento marmoreo dell'atrio della Ca' d'Oro, a Venezia, da oggi "navigano" 3.129 barchette di carta bianca, fragili come i gommoni che attraversano il mare carichi di migranti: 3.129 sono i profughi che nel 2023 hanno perso la vita nel Mediterraneo. E in questa flotta vulnerabile risaltano 130 barchette rosse più piccole: tanti sono i bambini morti nella traversata. Quanto ai nomi delle vittime, ne sono stati rintracciati solo 240. Ed ecco quei pochi nomi strappati all'oblio che scorrono su un mare digitale plumbeo, inquietante, di una video installazione lì accanto.
La mostra, che apre in contemporanea alla Biennale ed è curata da Alessandro Zuccari, si intitola Naufragi-Approdi e nasce dalla collaborazione tra l'artista César Meneghetti e i Laboratori d'Arte di Sant'Egidio: luoghi di incontro, confronto, creatività per persone con disabilità cognitive e difficoltà di comunicazione, in cui anche i più fragili possono esprimersi sui temi del mondo, sollecitando le coscienze con la loro voce, alternativa al mainstream.
Ed ecco che pensieri troppo spesso ingabbiati raggiungono la società civile: i visitatori ricevono in dono barchette arricchite dalle riflessioni emerse in quei workshop. Una per tutte: «Dici straniero e pensi strano. E se lo strano sei tu?» L'esposizione comprende anche un disegno di Marianna Caprioletti, artista con sindrome di Pendred, che riprende il dipinto di un naufragio ottocentesco, e un trittico di Roberto Mizzon, che sfida difficoltà motorie per ritrarre invece l'approdo legale, in sicurezza, offerto dai corridoi umanitari.
Da decenni la Comunità di Sant'Egidio tiene Laboratori d'Arte (a Roma e non solo). Vi hanno collaborato star dell'arte come Adrian Paci a JR. E le opere realizzate sono state esposte in sedi istituzionali di varie città d'Italia e d'Europa, fino a New York.
 

[ Antonella Barina ]