L'addio al vescovo Giovanni Giudici «Uomo di fede, capace d'ascolto»

L'addio al vescovo Giovanni Giudici «Uomo di fede, capace d'ascolto»

Il monsignore ha guidato per 11 anni la Diocesi di Pavia. La salma deposta nel Duomo che ha voluto riaprire

Un uomo di fede, ma soprattutto un uomo colto. Monsignor Giovanni Giudici, che per 11 anni ha guidato la Diocesi di Pavia ed è morto giovedì a 83 anni, è stato ricordato così ieri nel Duomo dove si sono celebrati i funerali. In una chiesa gremita di autorità e fedeli, il vescovo Corrado Sanguineti ha tracciato la figura del predecessore attraverso il suo testamento spirituale. «Ha parlato di fede - ha detto il monsignore, presiedendo la funzione - di una fede pensata, aperta alle grandi domande dell'uomo ma anche della parola intesa come dialogo con ogni posizione ideale».
Sorriso aperto e grande capacità d'ascolto, il vescovo che dal 2004 al 2015 ha guidato la Diocesi di Pavia ha istituito la "Tavola del dialogo" perché il confronto con i non credenti era per lui una priorità. «Ha avuto intuizioni brillanti per Pavia e ha sempre dimostrato un'attenzione speciale per Casa Cambiagio», ha detto Giuseppe Gallotti, presidente di Casa Benedetta Cambiagio onlus dal 2008 al 2020.
Anche la Comunità di Sant'Egidio, nata durante l'episcopato del vescovo Giudici, lo ricorda con affetto: «Eravamo una realtà di giovani universitari - ha detto Giorgio Musso - quando abbiamo cominciato a organizzare i pranzi di Natale con i poveri nel 2012, è venuto e si è fermato con i senza fissa dimora per l'intera giornata». Ieri mattina Giovanni Giudici è tornato in quel Duomo che ha voluto riaprisse dopo 17 anni di chiusura per i lavori necessari dopo il crollo della torre civica.
«Ha avuto un ruolo importante per la comunità civile - ha ricordato l'ex sindaco Alessandro Cattaneo - Volle mettere la cattedrale al centro, anche come elemento cuturale. Grazie a lui la riapertura fu possibile». Presenti alle esequie anche il cardinale Francesco Coccopalmerio, già presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, il cardinale Oscar Cantoni vescovo di Como, e diversi altri vescovi lombardi: Maurizio Gervasoni di Vigevano, Maurizio Malvestiti di Lodi, Dante Lanfranconi di Cremona, Francesco Beschi di Bergamo, Franco Agnesi titolare di Dusa e vicario generale di Milano, Erminio De Scalzi titolare di Arbano e già ausiliare di Milano e abate di Sant'Ambrogio, Franco Gallivanone, vicario episcopale per la zona pastorale II di Varese. Ha concelebrato anche Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, originario di Pavia. La bara con la salma è stata poi deposta nella parte della cattedrale con le spoglie dei vescovi pavesi, vicino all'altare di San Siro.
 


[ Manuela Marziani ]