Appuntamento a Capodanno in piazza del Carmine «La fine delle guerre dev'essere in cima alle priorità»
Con due guerre alle porte dell'Europa, la comunità di Sant'Egidio scende in strada per la pace: appuntamento lunedì primo gennaio 2024 con la marcia in occasione della giornata mondiale della pace: «Vogliamo iniziare l'anno dandoci una priorità, perché le guerre che ci sono nel mondo ci riguardano. Quest'anno, poi, è più particolare degli altri» dato che la guerra in Ucraina va ancora avanti e, da ottobre, la Striscia di Gaza è martoriata dal conflitto tra Israele e Hamas, dove a farne le spese sono soprattutto bambini e civili, morti a migliaia.
DAL CARMINE AL DUOMO
La marcia per la pace di Sant'Egidio partirà da piazza del Carmine intorno alle 16.15 per raggiungere il Duomo, passando da corso Cavour e piazza della Vittoria, così da transitare attraverso la piazza più riconoscibile della città. È il terzo anno che la comunità di Sant'Egidio organizza l'iniziativa a Pavia, e la marcia dell'anno scorso è stata animata da circa 200 persone.
«L'obiettivo è raggiungere o superare i numeri dell'edizione precedente – aggiunge Musso – vogliamo iniziare il nuovo anno mettendo il concetto di pace in cima alle priorità. La nostra non è una manifestazione politica o ideologica, al contrario: sarà partecipata da famiglie con bambini. Non ci sarà nessuna bandiera se non quelle della pace, oltre ai cartelli con i nomi dei Paesi che sono attraversati da guerre e conflitti».
Nagorno-Karabakh, Mali, Etiopia: sono alcuni dei cartelli che hanno sfilato durante la marcia del primo gennaio 2023, in ricordo dei popoli straziati da guerra e morte. «La giornata mondiale per la pace – aggiunge Musso – ha una storia molto lunga: è stata istituita da papa Paolo VI, e da oltre vent'anni la comunità di Sant'Egidio si occupa di organizzare la marcia a Roma e in altre città». Il corteo di Pavia è animato anche da Caritas, pastorale universitaria, Libera e altre associazioni.
«L'obiettivo è raggiungere o superare i numeri dell'edizione precedente – aggiunge Musso – vogliamo iniziare il nuovo anno mettendo il concetto di pace in cima alle priorità. La nostra non è una manifestazione politica o ideologica, al contrario: sarà partecipata da famiglie con bambini. Non ci sarà nessuna bandiera se non quelle della pace, oltre ai cartelli con i nomi dei Paesi che sono attraversati da guerre e conflitti».
Nagorno-Karabakh, Mali, Etiopia: sono alcuni dei cartelli che hanno sfilato durante la marcia del primo gennaio 2023, in ricordo dei popoli straziati da guerra e morte. «La giornata mondiale per la pace – aggiunge Musso – ha una storia molto lunga: è stata istituita da papa Paolo VI, e da oltre vent'anni la comunità di Sant'Egidio si occupa di organizzare la marcia a Roma e in altre città». Il corteo di Pavia è animato anche da Caritas, pastorale universitaria, Libera e altre associazioni.
L'INCONTRO COL VESCOVO
La marcia per la pace sarà preceduta da un incontro alla chiesa del Carmine con il vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, che parlerà con i giovani del messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale, incentrato sul rapporto tra pace e nuove tecnologie.
Volontari in missione verso l'Albania per aiutare i malati psichiatrici
Da Pavia all'Albania in missione umanitaria: è il viaggio di due volontari pavesi della comunità di Sant'Egidio, che dal 2 al 6 gennaio partiranno alla volta di Elbasan, città a circa un'ora di macchina dalla capitale Tirana. Con loro ci saranno anche i giovani di Sant'Egidio provenienti da Genova.
«La nostra comunità è stata tra le prime a entrare nel Paese dopo la caduta del comunismo - spiegano dall'associazione - negli ultimi anni, ci siamo dedicati ai pazienti dell'ospedale psichiatrico di Elbasan, il più grande di tutti i Balcani. Andiamo a fare delle attività con i malati psichici:vivono in un luogo di grande sofferenza e reclusione, alla stregua di com'erano i reparti di psichiatria italiani prima della riforma Basaglia. La missione invernale prevede anche l'organizzazione di feste natalizie, promuovendo anche un cambio culturale nel trattamento del disagio psichiatrico».
«La nostra comunità è stata tra le prime a entrare nel Paese dopo la caduta del comunismo - spiegano dall'associazione - negli ultimi anni, ci siamo dedicati ai pazienti dell'ospedale psichiatrico di Elbasan, il più grande di tutti i Balcani. Andiamo a fare delle attività con i malati psichici:vivono in un luogo di grande sofferenza e reclusione, alla stregua di com'erano i reparti di psichiatria italiani prima della riforma Basaglia. La missione invernale prevede anche l'organizzazione di feste natalizie, promuovendo anche un cambio culturale nel trattamento del disagio psichiatrico».
[ Silvio Puccio ]
