Chi ha poco da festeggiare per un giorno è rinato

Chi ha poco da festeggiare per un giorno è rinato

Il pranzo per i poveri della Comunità di Sant'Egidio
Tovaglie colorate imbandite a festa e tanto buon cibo sublimato dalle dolci note della tradizione
Non sarà mai Natale fin quando ci sarà chi non ha più una ragione per sorridere, o forse Natale lo è tutte le volte che c'è chi è capace di restituire dignità a quanti vivono nell'indigenza, nella solitudine, attraverso un sorriso o un abbraccio donato insieme a quei gesti di convivialità che, soprattutto nei giorni di festa, incarnano il valore dello stare insieme.
È questo lo spirito della comunità di Sant'Egidio che ogni anno regala a tante persone la gioia di un Natale speciale. Tavole colorate imbandite a festa e tanto buon cibo sublimato dalle dolci note della tradizione: alla chiesa di San Francesco all'Immacolata ospiti dei Frati minori e a Collereale il Natale ha avuto il sapore della condivisione per tanti amici grandi, piccini e a quattro zampe, che hanno riscoperto il piacere di essere famiglia. Dall'antipasto al dolce, ricco il menù preparato grazie alla generosità di privati e aziende della città; impeccabile il servizio ai tavoli al quale anche il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro ha voluto contribuire prima di sedersi a tavola, con il responsabile della comunità Andrea Nucita. Con lui, la moglie Cristina e Pietro Giglio ci sono Maria Stella, Elisa, Fabrizio, Alison, Rosamaria e tanti altri volontari, circa un centinaio, che hanno scelto di condividere il pranzo con amici meno fortunati vivendo il giorno di Natale come un'occasione speciale d'incontro con l'altro.
Tra i commensali, oltre 300 persone, ci sono famiglie con bambini, persone malandate fisicamente, anziani che lottano quotidianamente con un mostro chiamato solitudine; sono rumeni, polacchi, senegalesi, ma soprattutto messinesi. Qualcuno fa capolino dalla porta laterale della chiesa temendo di essere in ritardo; per l'occasione ha voluto indossare il vestito della festa, nella sua vita non ci sono altre occasioni per sfoggiarlo. Molti di quei volti sono gli stessi visti l'anno scorso o nei giorni feriali alla mensa di S. Antonio, segno questo di una povertà radicata, difficile da combattere.
Quasi 300 persone all'Immacolata, oltre ai nonnini di Casa Serena ospiti di Collereale che insieme alla capoarea Marisa Pisana e al volontario di S. Egidio Vito Raimondo hanno fatto festa fino al tardo pomeriggio, travolti dalla contagiosa euforia di un improbabile Babbo Natale che si aggira fra i tavoli della sala da pranzo.
Un impegno di grande valore quello di S. Egidio, sostenuto dalle istituzioni - come ha ricordato l'assessora comunale Alessandra Calafiore - e dalle altre realtà religiose e culturali, come la comunità islamica presieduta da Mohamed Refaat. Perché la fraternità, quella vera, non è mai limitata a un tempo specifico, né conosce distinzioni: è la più grande lezione che il poverello di Assisi ha lasciato e ognuno di noi, ha detto mons. Di Pietro, ha il dovere di farla nostra. Allora sarà veramente Natale!
 

[ Rachele Gerace ]