«Migranti, si cambi il racconto»

Il convegno organizzato da "Famiglia cristiana"
Da Lampedusa l'appello del cardinale Montenegro raccolto dai media cattolici
Mettersi insieme per cambiare la narrazione emergenziale e distorta sull'immigrazione. Il cardinale Francesco Montenegro lo chiede esplicitamente ai media cattolici, alle organizzazioni ecclesiali e alla politica. Sono i giorni della memoria a Lampedusa e don Franco, come vuole essere chiamato, arcivescovo emerito di Agrigento, ammette che la sua fede vacillò quando sul molo Favaloro vide arrivare i cadaveri dei bambini annegati come topi nella stiva della nave naufragata nella notte senza luna del 3 ottobre 2013.
Il Papa ha cominciato 10 anni fa da quest'isola a denunciare la globalizzazione dell'indifferenza e il bivio di civiltà. E nel duplice, decimo anniversario della visita che aprì i viaggi di questo pontefice e del naufragio, Famiglia Cristiana ha organizzato ieri a Lampedusa il convegno "Migranti, oltre i muri - le nuove frontiere dell'accoglienza" con il Viminale e il Comune dell'isola. Al dibattito ha partecipato anche Avvenire.
«Lampedusa - riflette il cardinale Montenegro - è ombelico del Mediterraneo. Il Papa ha cominciato qui dieci anni fa un viaggio che non ha ancora concluso, perché ogni volta parla di povertà e migranti sperando che qualcosa cambi. L'immigrazione è il sesto continente al mondo con 281 milioni di persone. È da 50 anni che l'Africa e i Paesi in via di sviluppo restano tali, ma non vogliamo trovare risposte. La lotta ai trafficanti è doverosa, ma non basta. Mettiamoci insieme per prendere coscienza di cosa spinge la gente a salire sui balconi, non stiamo sui balconi a guardare».
«Risvegliate le coscienze attraverso i media, quando i poteri politici vietano alle navi delle Ong di soccorrere i migranti commettono un crimine. Restiamo umani» gli fa eco in un messaggio l'arcivescovo di Marsiglia cardinale Jean Marc Avelyne. Il direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, non esita a parlare di «immigrazione come battaglia per ritrovare la nostra umanità, grande segno dei tempi perché ognuno di noi con le sue povere forze può fare qualcosa, ma tutti insieme possiamo fare molto». La sottosegretaria agli Interni Wanda Ferro ribadisce la linea del governo. «Intensificare la
lotta ai trafficanti e favorire l'immigrazione regolare. Solo con ingressi regolari e sostenibili si costruisce un'alternativa al traffico e alle sofferenze. L'Ue faccia la sua parte, come l'Italia l'ha sempre fatta».
I numeri preoccupano, siamo a 135mila arrivi, il doppio dell'anno passato. I conflitti in atto fanno prevedere che questo sarà l'anno peggiore dal 2016. La salesiana suor Ausilia Consiglio è stata per anni e fino al 6 settembre anima della comunità intercongregazionale voluta dal Papa dopo la visita. L'hanno chiamata angelo dei profughi: lei si schernisce e si definisce «la suora delle caramelle», che distribuiva ai migranti sbarcati che tossivano. «Porto dentro la bellezza dell'isola, le lotte per il molo, dove abbiamo costruito con i bancali le panche per le mamme e bambini che si sedevano in mezzo all'immondizia dopo lo sbarco. E la gioia provata nel dare il tè caldo ai bimbi e asciugare loro il naso, nel sentirli dire "merci Italia" e baciare la terra. Erano dei Gesù bambino».
Ma troppi Gesù bambino sono annegati nel Mediterraneo centrale sognando l'Europa. Il pensiero finale va a loro. Li ricorda anche la vicepresidente della comunità di Sant'Egidio, Daniela Pompei, sull'isola 10 anni fa, ribadendo che «il fattore di attrazione verso l'Ue sta nelle loro società, è la povertà, sono i mutamenti climatici che generano conflitti. I media ricordino il bisogno di manodopera che è misconosciuto. Dalla memoria del 3 ottobre sono nati i corridoi umanitari che hanno portato 6. 500 persone circa in Ue».
Fondamentale la narrazione sulle due sponde del mare, come ricorda Gianni Todini, direttore dell'agenzia di informazione Aslca, che punta il dito sul ruolo dei media europei ed africani. «Entrambi sono stati carenti, i primi perchè non raccontano le cause dell'immigrazione a sud di Lampedusa, mentre i secondi non parlano della vera realtà europea». Conclude il condirettore di Famiglia Cristiana Luciano Regolo sottolineando il limite «dell'approccio ideologico alla questione migranti oppure della ricerca del sensazionalismo. Accogliamo la sfida di proseguire il cammino avviando processi». Per fare memoria e risvegliare le coscienze addormentate dall'indifferenza anche davanti ad almeno 30mila morti nel Mediterraneo.
 

[ PAOLO LAMBRUSCHI ]