Il 27 e 28 Maggio si è tenuto a Livorno "Medì", il convegno internazionale della Comunità di Sant'Egidio che chiama a raccolta le città mediterranee, nel tempo della pandemia e della guerra, per fare il punto sul ruolo delle città.
A fare gli onori di casa il sindaco Luca Salvetti che ha parlato di Livorno come una città di «lacrime e sorrisi», di passioni, «una città capace di trovare nel tratto del diverso qualcosa da condividere». Esempio recente l'accoglienza ai profughi ucraini.
Andrea Riccardi, nella sua relazione, ha invitato a “connettere le città, le culture e far crescere una volontà comune di stare insieme. Le Città hanno funzione di connettere. In questo contesto fa bene a tutti pensare che si nasce nella geografia che può essere per alcuni grazia e per tanti condanna. Rimettersi in contatto dopo la pandemia è già una politica. Farlo a partire dal Mediterraneo è un segnale decisivo perché in questo mare nessuno può pensare a se stesso”. "Non è arrivato ancora in porto lo Ius scholae. Non possiamo accettare un apartheid dei bambini. Dare loro la cittadinanza è un atto di giustizia", ha aggiunto.
Particolarmente toccante la testimonianza di Ugo Poletti, direttore di The Odessa Journal, collegato dalla città portuale dell'Ucraina, che ha richiamato a prestare "attenzione allo shock alimentare provocato dalla guerra e dal blocco navale, che potrebbe creare ondate di migranti affamati".
Manuel Delia ha ricostruito la vicenda di Daphne Caruana Galizia, giornalista assassinata a Malta, dove si colgono le "correnti" della criminalità nel Mediterraneo.
IL CONVEGNO INTEGRALE