Il popolo della Pace in fiera in mille da tutto il mondo. «Qui incontri la speranza»

I giovani per la Pace. Raduno di ragazzi e studenti di tutte le età ieri e oggi in fiera
I giovani di Sant'Egidio. Messa con Zuppi e domani a Venezia
La parola d`ordine è una, e solo quella: pace. Pronunciata in (quasi) tutte le lingue del mondo: è iniziato ieri nel padiglione 11 della Fiera «Global Friendship for a Future of Peace», ovvero l'annuale ritrovo internazionale dei Giovani per la Pace, movimento legato alla Comunità di Sant'Egidio.
Almeno un migliaio i ragazzi - tra studenti delle scuole superiori e universitari - provenienti da 13 differenti Paesi europei, i quali nonostante il grande caldo hanno animato il polo fieristico di via Tommaseo a suon di canti, balli, cori e applausi. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare i conflitti che stanno tlagellando la terra, a partire da quello più vicino a noi. Toccante il momento in cui tutti i presenti hanno rivolto un fragoroso applauso ai 70 ragazzi arrivati dall'Ucraina, dove la Comunità Sant'Egidio continua a sostenere la popolazione con distribuzioni di generi alimentari e spedizioni di materiale sanitario.
Tra loro c'è Olga Makar, che spiega come nel suo Paese la situazione attuale sia «diversa a seconda delle zone, ma in generale molto drammatica. I bombardamenti sono all'ordine del giorno, si vive con la paura perenne e continuano a morire persone a noi care. C'è tanto orrore, ma grazie a Sant'Egidio riusciamo a nostra volta ad aiutare chi ha bisogno, e questo ci dà molta speranza. Guardatevi intorno: è fantastico per noi riuscire a dimenticare per un attimo gli orrori della guerra e scambiare sorrisi e abbracci con tanti nostri coetanei. La pace è il nostro sogno più grande, e vogliamo crederci».
Particolarmente emozionante anche la testimonianza di Giovarmi Di Leo dei Giovani per la Pace di Roma su un tema di stretta attualità quali i migranti: «Pace è soprattutto accoglienza per chi non ha più patria da poter chiamare casa. Ho avuto la fortuna di poter dare il mio aiuto in due diversi campi profughi in Grecia, e lì ho imparato cosa vuol realmente dire la parola «speranza»: abbiamo accolto bambini provenienti da tutto il mondo, in particolare Afghanistan e Siria, e tutto ciò che cercano è affetto e stabilità».
Dal palco è invece intervenuto Mario Giro, già viceministro degli Esteri: «Per capire il mondo bisogna capire che c'è una lotta per la vita, ma badate bene: la lotta in questo caso è lo sforzo per costruire un mondo più umano, e può essere molto gioiosa se stiamo uniti senza pregiudizi». La giornata si è conclusa con un appuntamento tanto sentito quanto toccante: alle 21 si è infatti tenuta nella Basilica di Sant'Antonio una veglia di preghiera per la pace presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e inviato speciale di Papa Francesco per l'Ucraina.
Oggi i ragazzi parteciperanno a un'assemblea con Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, intitolata «Tutto può cambiare», mentre nel pomeriggio avranno la possibilità di visitare la città del Santo. Domani il gran finale a Venezia: dopo la messa in Basilica il momento clou alle 16, con un flash mob in Piazza San Marco. 
 
 
 

[ Gabriele Fusar Poli ]