Accarezzare il legno di un naufragio a Lampedusa, ricomposto in forma di croce, e portare via i fiori come memoria, volontà, prospettiva da vivere nella città per darle il colore di quei petali senza numero posti nelle ceste. Erano più di duecento le persone - e tra esse tanti giovanissimi di diverse nazionalità, ma potremmo dire nuovi europei - che hanno partecipato l'altra sera a 'Morire di speranza', un profondo incontro di preghiera animato dalla Comunità di Sant'Egidio, nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, per non dimenticare i tanti migranti morti nel tentativo di raggiungere l'Europa, in mare per naufragio o alle frontiere. Molti gli amici dei corridoi umanitari, della scuola di lingua e cultura italiana di Sant'Egidio e i bambini della Scuola della Pace che hanno veramente affollato la chiesa.
Ricordati i settecento passeggeri (108 i sopravvissuti), di cui molte donne e bambini provenienti soprattutto da Siria, Egitto e Pakistan. Con loro Magdy, Therese, Sariette, Dauda, Yasna, Jamel, Adnan, Edith, Jafal, Naim e altri 3.170 di ogni età e di diverse provenienze che sono scomparsi dallo scorso anno nella speranza di trovare salvezza.
Dalla loro memoria e nel dolore dei loro cari si rinnova l'appello a costruire e sostenere vie sicure di salvezza, nuovi corridoi umanitari per le famiglie e i più bisognosi, lavorare per la pace in Ucraina e nel mondo, perché nessuno debba più fuggire e perdere la vita.
[ MICHELE BRANCALE ]