Messaggeri di pace e costruttori di cooperazione

Fare «in modo che tutti noi, come messaggeri di pace e costruttori di cooperazione, costruiamo insieme la solidarietà umana, al fine di guarire le ferite dell'umanità». Lo ha auspicato il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Dicastero per il dialogo interreligioso, co-presidente dell'Alto Comitato della fratellanza umana, durante la cerimonia di conferimento del premio Zayed 2023 alla Comunità di Sant'Egidio e alla keniana Shamsa Abubakar Fadhil, conosciuta dai giovani del suo Paese come "Mama Shamsa".
«La giuria di quest'anno — ha spiegato il porporato — ha esaminato centinaia di candidature per trovare coloro che incarnano i valori della fraternità umana», come immaginato da Papa Francesco e dal Grande imam di Al-Azhar nella cosiddetta "Dichiarazione di Abu Dhabi" firmata a quattro mani il 4 febbraio 2019. Oltre a Sant'Egidio «che serve l'umanità ogni giorno», ha ricordato il cardinale comboniano, la giuria ha scelto una donna che «ha preso sul serio e in prima persona l'appello del Documento sulla fratellanza umana a proteggere la dignità dei giovani». Nella capitale emiratina il porporato spagnolo ha rappresentato anche il cardinale Luis A. Tagle — membro della giuria assegnataria del premio — impegnato nel seguito di Papa Francesco nel viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan.
Tra le motivazioni del premio alla comunità romana fondata da Andrea Riccardi e oggi presente in oltre 70 Paesi tra Europa, Africa, America e Asia, «il contributo ai negoziati di pace e alla risoluzione dei conflitti in diversi luoghi del mondo»; ma anche l'impegno a favore di migranti e rifugiati attraverso la creazione dei «corridoi umanitari», che permettono a persone e famiglie che devono abbandonare la loro patria di giungere in sicurezza nei Paesi europei.
A "Mama Shamsa" il riconoscimento è stato tributato per l'aiuto dato ai giovani del Kenya salvandoli «dalla violenza, dal crimine e dall'estremismo» e per le sue campagne di sensibilizzazione in tutta l'Africa, sulla violenza contro le donne. Fondatrice, nel 2014, del "Focus on Women and Youth in Coast Province for Political Development", la donna lavora al servizio del bene comune difendendo i diritti umani, e promuovendo la collaborazione interreligiosa in vista dell'emancipazione dei giovani e delle donne, puntando sul riconoscimento della loro piena dignità e del fondamentale contributo dato alla società.
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