Da sei mesi accanto ai più fragili tra i fragili, in Ucraina

Da sei mesi accanto ai più fragili tra i fragili, in Ucraina

L'impegno di Sant'Egidio
La Comunità ha portato 47 carichi di generi di prima necessità, fino alle zone più remote

Non abbandonare il popolo ucraino, soprattutto chi per povertà, perdita della casa e del lavoro o per problemi di salute è fragile tra i fragili. In questi mesi è stato questo il filo rosso dell'impegno umanitario della comunità di Sant'Egidio in Ucraina, dove dall'inizio del conflitto ha inviato 47 carichi di aiuti umanitari per un totale di 600 tonnellate di generi vari, anche nelle regioni più remote, allargando il suo raggio d'azione oltre i territori in cui la comunità trasteverina era già presente sin dal 1991.
Dall'inizio del conflitto, il 24 febbraio, inoltre è emersa subito la necessità di bisogni sanitari importanti; così la rete di Sant'Egidio si è attivata per distribuire a 150 strutture sanitarie dell'Ucraina (ospedali, ospedali militari, centri sanitari, ambulatori rurali, medici di famiglia), soprattutto nelle regioni sud-orientali più colpite dalla guerra, 390mila confezioni di medicinali per un valore di 5 milioni di euro. Accanto a questi aiuti sono partiti dall'Italia anche 38.246 barattoli di latte in polvere e accessori per la nutrizione pediatrica. Per consentire poi ai malati di patologie renali di continuare la dialisi, la Comunità ha evacuato dalle regioni orientali e meridionali dell'Ucraina 121 malati dializzati (e 80 accompagnatori) portandoli in salvo in Italia e in altri Paesi europei.
Non a caso, il 27 aprile scorso, il ministro della Sanità, Viktor Liashko, in una lettera ha voluto ringraziare Sant'Egidio «per il sostegno in tempi difficili per il nostro Stato» apprezzando «particolarmente la vostra cooperazione e la vostra solidarietà». Come pure il direttore dell'ospedale pediatrico di Mykolaiv ha ringraziato, dopo un carico di aiuti ricevuto, con queste parole: «Voi donate gioia e speranza di una vita migliore ai nostri bambini».
Nel corso di questi sei mesi di guerra, inoltre, è cresciuta la richiesta di cibo da parte dei profughi interni all'Ucraina, sia dalle diverse località delle regioni orientali e meridionali del Paese sia nelle grandi città. Per far fronte a questo bisogno, così, il movimento nato nel cuore di Trastevere ha distribuito 200 tonnellate di generi alimentari, oltre che abbigliamento, prodotti per l'igiene personale, materassi per un valore di 1 milione di euro. Nei centri di Sant'Egidio a Kiev, Leopoli e IvanoFrankivsk - per dare un ordine di grandezza - vengono distribuiti ogni settimana 1.500 pacchi.
E la comunità non ha fatto mancare il suo sostegno anche per chi è scappato dal Paese, allestendo una rete di sostegno per 800 minori presi in carico in Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Georgia e accogliendo in Europa 1795 profughi, dei quali 
833 in Italia. In totale Sant'Egidio finora ha incontrato e sostenuto nei suoi centri di aiuto in Europa 44mila profughi ucraini. 


[ Alessia Guerrieri ]