Il sogno italiano di vaccinare l'Africa «Fermare il virus per salvare tutti»

Coronavirus: lo scenario
La campagna #coopforafrica mette insieme Coop, Unhcr, Sant'Egidio e Msf. Lo scopo è fare la profilassi di oltre 250mila persone in 10 Paesi africani

Io slogan è forte, di quelli che non passano inosservati: «Per qualcuno, essere no-vax non è una scelta». Ed è esattamente quello che accade in Africa, dove la variante 0micron si è sviluppata e sta prosperando proprio per la carenza, se non addirittura la mancanza assoluta, di vaccini; dove solo il 7% della popolazione ha ricevuto la prima dose, media che però si raggiunge perché certi Paesi, come il Sudafrica, hanno vaccinato almeno un quarto della popolazione, mentre ad esempio nella Repubblica Democratica del Congo ci si ferma a 55mila persone, neanche un quartiere di Roma o di Milano, ovvero lo 0,1% degli abitanti di quel Paese.
Ma torniamo allo slogan iniziale, che dal 9 dicembre al 9 gennaio 2022 campeggerà sulla campagna #coopforafrica, una raccolta fondi che vede insieme Coop, Agenzia Onu per i Rifugiati-Unhcr, Comunità di Sant'Egidio 
e Medici Senza Frontiere. Lo scopo è quello di vaccinare il prima possibile oltre 250mila persone in 10 Paesi africani, ma anche di far sì che quelle popolazioni superino «una certa diffidenza rispetto ai messaggi che arrivano dall'Occidente ricco», come ha sottolineato Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio, nel corso della presentazione della campagna tenutasi ieri a Roma, presso la sede della stampa estera.
«Metteremo a disposizione - ha aggiunto Impagliazzo - la nostra esperienza ventennale in quei 10 Paesi dove siamo attivi dal 2002 con il programma "Dream", che ha garantito diagnostica e assistenza sanitaria gratuita a mezzo milione di malati di Aids, costruendo sistemi sanitari che iniziano a funzionare e che ora possiamo utilizzare per le vaccinazioni. Conosciamo anche i problemi logistici di quei Paesi, dove arrivano vaccini che scadono subito dopo. In Africa si muore di Covid, anche se le cifre non sono chiare, e la pandemia sta provocando conseguenze economiche e sociali gravi, per cui vaccinare la popolazione significa anche salvarla a tutti i livelli. Ed è bello che siano anche gli stessi africani a salvare gli africani».
Il dato impressionante dei vaccini inservibili da qui a poco in tutto il mondo sono stati forniti da Stella Egidi, di Medici senza frontiere. «Si stima che 50 milioni di dosi scadranno entro la fine dell'anno. Ecco perché per fermare il virus dobbiamo agire in un'ottica globale. Anche come comunità scientifica dobbiamo reagire in maniera compatta, senza fermarci a guardare il nostro ombelico».
Particolare anche la visuale che arriva dall'Unhcr: «Dall'inizio della pandemia abbiamo ribadito che nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti - ha detto Chiara Cardoletti rappresentante dell'Agenzia per Italia, Sant
a Sede e San Marino -. È, chiaro che gli evidenti squilibri osservati nella condivisione dei vaccini tra gli Stati sono controproducenti e miopi. Pensiamo poi al fatto che l'85% dei rifugiati vive in Paesi dove il Covid ha avuto un impatto devastante e che in alcune nazioni i rifugiati rappresentano adesso un quarto della popolazione totale».
Per partecipare alla campagna, come ha ricordato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori) si può donare alle casse degli oltre 1.100 punti vendita Coop o utilizzare la piattaforma Eppela o il conto corrente dedicato (Iban: IT 12 E 02008 05364 000106277813). «Come Coop - ha rimarcato Pedroni - prendiamo l'impegno di raddoppiare le donazioni che arriveranno. Non risolveremo i problemi di un continente in estrema difficoltà, ma daremo un contributo concreto coerente con la missione cooperativa e contribuiremo a sensibilizzare molte persone sulla necessità di estendere la vaccinazione». 


[ Igor Traboni ]