"Purtroppo, nonostante la fine delle grandi dittature del Novecento, ancora oggi non è finita la persecuzione dei cristiani, anzi, in alcune parti del mondo è aumentata". Con queste parole Papa Leone XIV ha denunciato la drammatica condizione dei fedeli perseguitati durante la commemorazione dei nuovi martiri e testimoni della fede del XXI secolo, celebrata ieri nella Basilica di San Paolo fuori le mura davanti a circa 4mila fedeli e ai rappresentanti delle altre Chiese cristiane.
Il Pontefice ha ricordato figure emblematiche come suor Dorothy Stang, uccisa in Brasile nel 2005 mentre difendeva i diritti dei senza terra in Amazzonia, che ai suoi assassini mostrò la Bibbia dicendo "Ecco la mia unica arma". Ha citato padre Ragheed Ganni, sacerdote caldeo ucciso a Mosul nel 2007 dall'ISIS insieme a tre diaconi, e fratel Francis Tofi, anglicano delle Isole Salomone assassinato nel 2003 mentre operava per la pace.
Particolarmente toccante il ricordo del piccolo Abish Masih, bambino pakistano di dieci anni ucciso nell'attentato alla chiesa di Lahore nel 2015, che frequentava le scuole di pace della Comunità di Sant'Egidio e aveva scritto nel suo quaderno "Making the world a better place"- rendere il mondo un posto migliore. Il quaderno di Abish è oggi custodito nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola, santuario dei nuovi martiri.
Particolarmente toccante il ricordo del piccolo Abish Masih, bambino pakistano di dieci anni ucciso nell'attentato alla chiesa di Lahore nel 2015, che frequentava le scuole di pace della Comunità di Sant'Egidio e aveva scritto nel suo quaderno "Making the world a better place"- rendere il mondo un posto migliore. Il quaderno di Abish è oggi custodito nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola, santuario dei nuovi martiri.
"Hanno testimoniato la fede senza mai usare le armi della forza e della violenza, ma abbracciando la debole e mite forza del Vangelo", ha sottolineato Leone XIV, definendo i martiri simboli di una "speranza disarmata" che continua a diffondere il messaggio evangelico anche nei contesti più ostili. "Il sogno di questo bambino ci sproni a testimoniare con coraggio la nostra fede, per essere insieme lievito di un'umanità pacifica e fraterna", ha concluso il Papa, mentre venivano accese le lampade ai piedi della croce in memoria di tutti i testimoni della fede che hanno dato la vita per Cristo.