Ferragosto è una festa che si identifica con grandi pranzi in famiglia e con gli amici. Un giorno quindi difficile per chi è fragile e solo. Ma, secondo una tradizione ormai di diversi anni, in diverse città italiane, da Nord a Sud della penisola, in tanti - diverse migliaia - si sono ritrovati insieme alla Comunità di Sant'Egidio per festeggiare: persone senza dimora, rifugiati e anziani, ma anche profughi e rifugiati. A Roma tra le circa 500 le persone che hanno preso parte al tradizionale pranzo nella mensa di via Dandolo, alcune famiglie provenienti da Gaza e dall’Afghanistan. Nelle carceri romane e a Civitavecchia, cocomero per tutti.
È stata una risposta all’abbandono, che è più forte nei giorni di festa, ma anche un messaggio di pace e di solidarietà che ha attraversato l’Italia. Il “Ferragosto solidale” della Comunità di Sant’Egidio, vissuto in diverse città del paese, è riuscito infatti a mettere insieme gente molto diversa fra loro. Pranzi e feste dove si fa amicizia al di là di tante differenze: senza dimora, anziani e rifugiati con giovani e adulti, amici della Comunità di Sant’Egidio durante tutto l’anno. Luoghi pieni di gioia e di festa in città svuotate e deserte.
Alla mensa di via Dandolo a Roma, dove con 500 persone e il menù della festa (antipasto, lasagne, pollo con i peperoni, dolce e cocomero) si è condivisa la speranza di pace di chi è fuggito dalle guerre, come alcune famiglie provenienti da Gaza e dall’Afghanistan, a quattro anni esatti dalla grande fuga di Kabul che cominciò il 15 agosto del 2021. Per tutti comunque, soprattutto i senza dimora e gli anziani presenti, una vittoria sulla solitudine. Tanti i momenti di incontro e di festa anche in altri quartieri romani, come a Centocelle, e nei numerosi cohousing e convivenze solidali realizzati da Sant’Egidio.
Eventi straordinari, per le condizioni difficili che si vivono negli istituti penitenziari italiani, hanno rappresentato le cocomerate nelle carceri: ieri nel complesso femminile di Rebibbia e oggi nel Nuovo Complesso maschile, a Regina Coeli e al minorile di Casal del Marmo, per un totale di oltre 3mila detenuti raggiunti. Lo stesso è avvenuto anche nei due istituti di Civitavecchia.
Alla mensa di via Dandolo a Roma, dove con 500 persone e il menù della festa (antipasto, lasagne, pollo con i peperoni, dolce e cocomero) si è condivisa la speranza di pace di chi è fuggito dalle guerre, come alcune famiglie provenienti da Gaza e dall’Afghanistan, a quattro anni esatti dalla grande fuga di Kabul che cominciò il 15 agosto del 2021. Per tutti comunque, soprattutto i senza dimora e gli anziani presenti, una vittoria sulla solitudine. Tanti i momenti di incontro e di festa anche in altri quartieri romani, come a Centocelle, e nei numerosi cohousing e convivenze solidali realizzati da Sant’Egidio.
Eventi straordinari, per le condizioni difficili che si vivono negli istituti penitenziari italiani, hanno rappresentato le cocomerate nelle carceri: ieri nel complesso femminile di Rebibbia e oggi nel Nuovo Complesso maschile, a Regina Coeli e al minorile di Casal del Marmo, per un totale di oltre 3mila detenuti raggiunti. Lo stesso è avvenuto anche nei due istituti di Civitavecchia.
Il Ferragosto solidale si è vissuto anche in altre città italiane, come a Milano (nello spazio Living Together, a Corvetto), a Genova (alla mensa di piazza Santa Sabina, nel carcere di Marassi, alla Casa dell’Amicizia di Pra’ e in altri luoghi della città), a Padova (alla Casa dell’Amicizia di via Santa Maria in Conio), a Novara (nella locale mensa della Comunità) e in altre città.