Summit Internazionale in Vaticano per dar voce ai diritti dei bambini

In apertura papa Francesco ha incontrato alcuni bambini venuti in Italia con i corridoi umanitari

 

All'apertura del summit, Papa Francesco ha incontrato una delegazione di bambini, alcuni dei quali arrivati in Italia coi corridoi umanitari. Dopo il discorso del pontefice, l'incontro si è articolato in vari panel che hanno discusso tematiche legate all'infanzia, a cui hanno partecipato il Presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo e la coordinatrice del programma DREAM in Mozambico, Noorjehan Abdul Majid.

Emozionati e fiduciosi: così i bambini incontrati da papa Francesco nell'ambito del Summit internazionale sui bambini "Amiamoli e proteggiamoli", che hanno consegnato al pontefice una lettera e alcuni disegni. Alcuni di questi bambini sono arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari promossi dalla Comunità. Manar è una bambina siriana di 12 anni, che dopo essere scappata dalla guerra e aver vissuto in un campo profughi in Libano, è arrivata in Italia nel 2020 con la madre e i fratelli e per la prima volta ha iniziato a frequentare la scuola. Fithwait, di origini eritree, ha invece 11 anni e viene dall'Etiopia. Nel 2020, grazie ai corridoi umanitari, lei e la madre si sono potute ricongiungere col padre, arrivato in Europa anni prima dopo un viaggio tra il Sahara e il Mediterraneo.

Papa Francesco ha parlato delle “periferie difficili, nelle quali i piccoli sono spesso vittime di fragilità e problemi che non possiamo sottovalutare”. Periferie segnate “dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall'ingiustizia e dallo sfruttamento". Le periferie sono anche quelle dei Paesi ricchi, poiché “il mondo non è immune da ingiustizie”.

Il Presidente Marco Impagliazzo ha lanciato un appello affinché "si ritrovi nel mondo la tensione unitiva per garantire a tutti i figli della famiglia umana la fruizione del diritto all’istruzione". Investire nella scuola rappresenta l'unico modo per vincere i mali del mondo, oggi rappresentati soprattutto dalla guerra. Per guarire il mondo dalle ingiustizie è necessario essere presenti nelle periferie: "Abbiamo un’idea, riempire le città e le periferie di Scuole della Pace, scuole di alfabetizzazione in cui si insegni anche ai bambini la pace, il grande valore della pace, il ruolo della pace e del vivere insieme". Ha poi concluso: "un’ora di lezione cambia la vita. Mille ore di lezione cambiano il mondo".

La Dr. Abdul Majid Noorjehan ha parlato degli sforzi del programma DREAM nel combattere la mortalità infantile. In particolare "DREAM ha avviato il Programma di Prevenzione della Trasmissione Verticale, mirando a ridurre l'infezione da HIV da madre a figlio, sempre puntando sulla qualità e sull'eccellenza dei servizi. Grazie a questo programma, oggi abbiamo fatto nascere in tutto il continente più di 150.000 bambini sani da madri sieropositive". Inoltre, DREAM ha contribuito con i suoi centri a combattere la malnutrizione infantile. Grazie al programma BRAVO si sono registrati all'anagrafe più di 5 milioni di bambini africani prima invisibili. "I bambini hanno il diritto a una vita dignitosa, con accesso universale alle cure sanitarie, alla sicurezza alimentare e a un ambiente sano. Abbiamo bisogno dello sforzo congiunto di tutti per continuare a progredire. Ogni contributo, per quanto piccolo, può fare la differenza".