Ma è davvero, quella dei giovani, la generazione del disimpegno? Non si direbbe proprio, a giudicare dalla partecipazione dei liceali romani alla due giorni di convegno di Sant'Egidio, che si è tenuta il 10 e 11 giugno a Ciampino.
Circa 200 studenti delle scuole superiori della Capitale hanno partecipato ad un evento che si può definire di "cultura della vita", fatto di incontri con persone che vivono in prima persona tematiche di cui troppo spesso i giovani ascoltano soltanto storie e giudizi preconfezionati.
A partire dall'incontro con alcune persone con disabilità, che hanno raccontato i loro percorsi di liberazione e di riscatto dalla marginalità che hanno trovato la massima espressione nell’arte e nell’inserimento lavorativo.
Ma anche uno sguardo diverso sulla questione migratoria. Attraverso l'esperienza diretta fatta da gruppi di universitari che da alcuni anni aiutano i bambini profughi nei campi ad Atene, i ragazzi hanno potuto comprendere i meccanismi perversi del sistema di “accoglienza” che toglie libertà e futuro a uomini donne, e ragazzi, imprigionati per anni in non-luoghi come i campi profughi, senza accesso alla scuola e alle altre opportunità che sono un diritto per i giovani.
Il convegno è stato un momento importante di amicizia, di ascolto, di riflessione personale e sul mondo. Ma anche l’inizio di un’estate che sarà ricca di eventi di solidarietà, a partire dalle Summer School per i bambini delle periferie romane, ma anche di eventi culturali e di sensibilizzazione in cui i giovani passano da spettatori della realtà a protagonisti del cambiamento