L'accoglienza è il primo passo per la pace. Un breve video dell'udienza di Papa Francesco con i rifugiati dei Corridoi Umanitari

 

 

Pubblichiamo una sintesi della bellissima udienza di Papa Francesco con i corridoi umanitari che si è tenuta lo scorso 18 marzo nell'aula Nervi di Città del Vaticano.


In una affollata Aula Nervi, lo scorso 18 marzo, si sono riuniti migliaia di rifugiati giunti in questi anni attraverso i corridoi umanitari, insieme a tantissime famiglie italiane che li hanno accolti per incontrare Papa Francesco.

"I'm from Afghanistan." "Veniamo dal Piemonte, da Saluzzo, siamo della Comunità Cenacolo, siamo con una famiglia che è venuta dalla Siria qualche anno fa, una bella famiglia numerosa siamo felici di essere qua." "Ucraina. Sì da dove in Ucraina? Cherson". "Accogliamo tre famiglie con noi. Lei è Ami e viene dal Congo ed è più da un anno che sta con noi." "Da dove vieni? Dalla Siria. Da quanto tempo che sei venuto? Dal 2017."

Una signora ci ha detto: "La mia esperienza nei confronti di questa famiglia, cercavano un alloggio, abbiamo questa casa, prendiamoli, poi non arrivavano più. Sono arrivati alla fine di novembre con il covid. C'è stato un periodo in cui purtroppo noi non siamo stati solleciti perché c'era l'isolamento. Poi però abbiamo ingranato, le bambine vanno alla scuola materna, prima l'asilo nido, lui lavora, lei sta facendo un corso di preparazione per aiuto in cucina, non saprei come dire, aiuto cuoca, e sono messa un po' come nonna. Ecco questa è una bambina, viene da Baghdad in Iraq. Poi sono venuti in Turchia. Questa è Senar, la mamma delle due bambine, hanno tentato la fuga 11 volte, l'ultima traversata ha avuto le doglie, l'hanno portata in prigione in Turchia, e questa bambina è nata a Smirne in Turchia in quelle situazioni. Cosa ha significato per lei accogliere questa famiglia? Sono un po' emotiva, ringiovanire!

Daniela Pompei: "Siamo in tanti oggi, confusi tra chi è stato accolto e chi ha aperto le porte della sua casa e del suo cuore, in questo abbraccio che sono i corridoi umanitari. Essi sono nati dalla memoria dolorosa delle morti in mare, sono nati dal pianto e dalla preghiera, la preghiera e il dolore ci hanno unito, ci hanno aiutato, a non rassegnarci, a riflettere, a lottare per costruire una via alternativa ai barconi. La preghiera e il dolore ci hanno spinto, costretto quasi, a quella creatività nell'amore, di cui lei Santo Padre tante volte ha parlato. Dal 2016 ad oggi sono state salvate 6.080 vite umane.

Papa Francesco: "Ringrazio Quanti sono intervenuti per spiegare l'iniziativa, e per dare le loro testimonianze, grazie. Sono contento di incontrare tante persone rifugiate e le loro famiglie che sono giunte in Italia, Francia, Belgio, Andorra, attraverso i corridoi umanitari. La loro realizzazione dovuta sia la creatività generosa della Comunità di Sant'Egidio, sono bravi questi di Sant'Egidio, sono bravi bravi. Anche della federazione delle chiese evangeliche della tavola Valdese. A me piace tanto che i cristiani si uniscano per lavorare questo, insieme come fratelli che siamo tutti, e non sottolineare le differenze. Grazie tante alla rete accogliente della chiesa italiana che è stata generosa, la Caritas, è anche l'impegno del governo italiano e dei governi che vi hanno ricevuto.

I Corridoi umanitari sono stati avviati nel 2016, come risposta alla situazione più drammatica della rotta Mediterranea. E perché il Mediterraneo si è convertito in un cimitero, è duro questo, e i corridoi umanitari è per assicurare vita, salvezza, poi dignità, inserimento. Ognuno di voi merita attenzione per la storia dura che ha vissuto. In particolare vorrei ricordare auanti sono passati attraverso i campi di detenzione in Libia. Mi viene in mente la storia di uno di voi, si è spento tre anni per portare la sua casa per arrivare in Spagna, è scritta in un piccolo libretto si chiama fratellino, una storia terribile, terribile.

Il Lager in Libia, terribile, il traffico di esseri umani, dobbiamo andare avanti e il lavoro che voi fate individuando, accogliendo persone vulnerabili, cerca di rispondere in maniera più adeguata a un segno dei tempi. Grazie. I Corridoi umanitari non solo mirano a far giungere in Italia e altri paesi europei persone profughe strappandole delle situazioni di incertezza, pericoli e attese infinite. Si opera per l'integrazione, e questo è importante per finire, integrare e non solo salvare, ma integrare e integrare è parte della salvezza. Saluto quelle centinaia di persone, famiglie, comunità, che si sono messe a disposizione generosamente per realizzare questo processo virtuoso, quelli che come ho detto a voi a volte la generosità del ricevere, avete aperto i vostri cuori e le vostre case. Grazie tante. Grazie per portare avanti questa storia di accoglienza che è un impegno concreto per la pace. L'accoglienza è il primo passo per la pace. Grazie di questo. Saluto con affetto quanti tra voi sono passati attraverso il corridoi umanitari e che ora vivono una nuova vita, avete mostrato una ferma volontà di vivere liberi dalla paura e dall'insicurezza.

Io vorrei finire con voi una preghiera. tutti Siamo figli dello stesso padre, il Signore ci benedica tutti è il nostro padre, e finiamo insieme pregando il nostro padre, ognuno nella propria lingua.

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