La guerra in Ucraina ha riportato il tema della pace al centro del dibattito internazionale e ha rivelato con più chiarezza come in tante aree del mondo, vicine e lontane, siano aperti conflitti.
La mostra “Facciamo pace?! – La voce dei bambini sulla guerra” intende portare all’attenzione le riflessioni e i disegni di chi solitamente non ha voce: i bambini, attraverso i loro racconti, immagini, riflessioni e disegni.
Infatti, a parlare sono i bambini e i ragazzi che stanno vivendo attualmente la guerra o che ne sono fuggiti. Sono esposti i disegni dei bambini di Kiev, di Irpin, di Karkiv e di altre città ucraine gravemente bombardate nel conflitto ancora in corso in Ucraina, così come le opere dei minori afghani arrivati con il ponte aereo da Kabul nell’agosto 2021.
Parlano anche i bambini congolesi fuggiti nei campi profughi di Goma nella Repubblica Democratica del Congo e visitati nel recente viaggio da papa Francesco; insieme a loro, la mostra dà voce anche alle riflessioni di tanti piccoli africani sfuggiti ai conflitti aperti in Burkina Faso o nel Nord del Mozambico.
La mostra raccoglie anche i disegni e le aspirazioni dei bambini siriani -vittime di una guerra che sembra senza fine- che si trovano nei campi profughi in Grecia o in Libano e che attendono di poter essere accolti in Europa per voltare pagina e dimenticare l’orrore della guerra e della fuga.
Il percorso espositivo vuole quindi aiutare a vedere la guerra con gli occhi dei bambini, per comprenderne le difficoltà e le sofferenze subite, ascoltando coloro che ne sono le prime e più innocenti vittime: i bambini appunto.
Protagonisti di questo racconto sono i minori che frequentano le “Scuole della Pace” promosse dalla Comunità di Sant’Egidio in ogni parte del mondo, nelle città europee, africane, così come nei campi profughi. Centri completamente gratuiti gestiti da giovani volontari della Comunità, le Scuole della pace si rivolgono ai più piccoli per sostenerli nell’itinerario scolastico e per proporre un modello educativo aperto agli altri e solidale, capace di superare barriere o discriminazioni e di rifiutare la violenza.
L’ultima sezione della mostra è dedicata alla pace. Sono riflessioni e immagini di coloro che vivono in pace ma che hanno potuto incontrare coloro che sono fuggiti dai conflitti oppure hanno ascoltato i commenti e le testimonianze di chi, ormai anziano, ha vissuto la guerra da giovane. In questa sezione si ripercorre il vissuto di bambini e ragazzi durante la Seconda guerra mondiale, anche attraverso alcuni scritti tratti dai diari di bambini e ragazzi che negli anni fino al 1945 hanno vissuto il conflitto. I brani sono tratti dai diari conservati nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Uno sguardo sul passato che aiuta a comprendere come la pace che l’Europa occidentale vive da anni non debba essere sprecata.
Le varie sezioni della mostra – “la guerra del passato”, “la guerra oggi”, “la guerra alle spalle”, “come realizzare la pace” non intendono solamente esporre i lavori e le considerazioni di bambini e ragazzi agli sguardi dei visitatori, ma vogliono anche coinvolgerli in quello stesso percorso emotivo e di riflessione, esplorato dai bambini autori dei materiali. In questo senso, la mostra è aperta a tutti ma è concepita per essere fruita, in modo particolare, da un pubblico giovane e soprattutto dai bambini che avranno a disposizione spazi di laboratorio e di studio.