Giovedì 10 febbraio, nel rispetto delle norme anti-Covid, è festa nella basilica di San Giovanni in Laterano per il “popolo” di Sant’Egidio che ricorda i suoi 54 anni in una celebrazione presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. Una festa che può raccogliere un numero limitato di persone, ma è ugualmente partecipata, in presenza e online, in tutti i paesi del mondo dov'è la Comunità.
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A San Giovanni giungerà comunque – anche se in “rappresentanza” per le misure di prevenzione in atto - gente di ogni età e condizione sociale insieme ai poveri amici della Comunità, che negli ultimi mesi hanno vissuto crescenti sofferenze per gli effetti, non solo sanitari, ma sociali ed economici della pandemia: i senza fissa dimora, gli anziani, a partire da chi è solo, le persone con disabilità, gli immigrati oggi integrati nel nostro Paese e i rifugiati venuti con i corridoi umanitari, che Sant’Egidio continua ad indicare come modello sostenibile in Italia e in Europa. Un popolo in cui si confonde chi aiuta e chi è aiutato, perché tutti possono fare gratuitamente qualcosa per gli altri, e che vive oggi, ancora di più, la necessità di lavorare per la pace, minacciata in troppe parti del mondo.
Quella di Roma è solo la prima di tante altre feste che vivremo negli oltre 70 Paesi in cui è presente Sant’Egidio, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America.