Lanciano, piccolo comune della Val di Sangro, in Abruzzo, nota come meta di pellegrinaggi grazie al suo miracolo eucaristico, ha un motivo in più per essere celebre: il primo monumento in Italia al "Porrajmos", al genocidio dei Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale.
Si tratta di una statua scolpita in pietra della Majella, inaugurata il 5 ottobre 2018 presso il Parco delle Memorie, un parco dedicato a ricordare le vittime dell’odio razziale dei nazifascisti. Rappresenta una donna con in braccio un bambino che fugge e si libera dal filo spinato che la imprigiona. La donna rappresenta la continuità, la possibilità di futuro dell'etnia Rom e Sinti, il bambino è il futuro. Il filo spinato sta a rappresentare il genocidio etnico e la ruota di carro posizionata al lato rappresenta questo popolo.
Il parco delle memorie, nella mattina del 30 ottobre, è diventato teatro della celebrazione dell'anniversario dell'inaugurazione della statua mentre nel pomeriggio, presso il Teatro Fenaroli, è avvenuta la cerimonia di premiazione del 28° Concorso Artistico Internazionale “Amico Rom”, un concorso che riguarda la popolazione romanì (rom, sinti, kale, manouches e romanichals). Alla cerimonia di premiazione erano presenti anche diversi rom tra i quali la parlamentare macedone Samka Ibraimoski, la docente di antropologia Ana Gimenez, il pugile campione europeo italiano Michele Di Rocco, l'avvocato rumeno Romeo Tiberiade, il chimico italiano Moreno Di Rocco, e la scrittrice serba Maja Jovanovic. Agli eventi è stata invitata anche una delegazione della Comunità di Sant'Egidio che, come amica e compagna del popolo rom da molti anni, ha consegnato uno dei premi ai vincitori del concorso.