La responsabilità della memoria e l'impegno per l'integrazione, nel ricordo di Jerry Essan Masslo a 31 anni dalla sua uccisione

 

 

La Comunità di Sant'Egidio ha ricordato con una preghiera nel cimitero di Villa Literno, in provincia di Caserta, a 31 anni dalla sua morte, Jerry Essan Masslo, profugo sudafricano, amico e ospite della Comunità alla fine degli anni Ottanta, ucciso in una rapina nella povera baracca dove viveva insieme ai suoi compagni per la raccolta dei pomodori.

Amici profughi, lavoratori, sindacalisti, associazioni locali, hanno voluto portare un saluto in un luogo dove oltre a Jerry riposano, in tombe anonime, tanti ragazzi immigrati, che negli anni sono stati trovati morti in diverse circostanze e di cui non si sa nulla, neanche il nome.
Nel nome di Jerry Masslo in questi 31 anni, grazie anche all'impegno della Comunità, tante associazioni e realtà hanno continuato il loro lavoro per l'integrazione, rivelatosi prezioso nella recente campagna di regolarizzazione dei braccianti agricoli, che ha visto proprio la Campania emergere per numero di domande presentate.
Purtroppo il fenomeno di quelli che vengono chiamati “nuovi schiavi”, utilizzati soprattutto in agricoltura, non è ancora terminato, ma ricordare, un nome, una storia, è un modo per non rendere vana la morte di Jerry e dei tanti che hanno perso la vita in questi anni, mentre erano al lavoro nei campi in Italia.

Ricordare, come è stato detto durante la preghiera, è anche "prendersi la responsabilità di non rimanere indifferenti, e di lavorare perché non crescano più muri che separano, ma si costruiscano ponti che ci uniscono. Perchè il futuro è lo stesso per tutti, italiani e stranieri, e il futuro può essere costruito solo insieme".