L'abbraccio a distanza dei giovani di Napoli agli anziani dell'istituto, dopo l'invito del papa a non lasciarli soli

La prima visita dei Giovani per la Pace dopo il lockdown

 

 

In giardino all’aperto e con il dovuto distanziamento fisico, la prima visita in un istituto per anziani a Napoli è motivo di commozione per gli ospiti e per i Giovani per la Pace che non hanno potuto visitarli di persona, durante la chiusura della struttura – più lunga del lockdown generale.

I giovani rivedono i volti degli anziani e i loro occhi ridenti dalle mascherine, dopo averli potuti vedere solo nelle videochiamate. A distanza, per quattro mesi, gli studenti delle superiori dei Giovani per la Pace hanno chiamato gli anziani, hanno scritto lettere, li hanno ascoltati. I sorrisi e la festa avvolgono a distanza gli anziani come in un “abbraccio”, quel gesto di tenerezza che papa Francesco ha chiesto ai giovani: di andare negli istituti quando possibile, e nel rispetto delle norme sanitarie; ed essere creativi nell’amore per rimanere in contatto con gli anziani, anche quando non è possibile far loro visita.

Il Covid-19 ha mostrato la fragilità del modo di prendersi cura degli anziani
. Ritrovarsi insieme manifesta il rifiuto della “cultura dello scarto”, che spinge a vivere isolati, i giovani e la società produttiva da una parte, gli anziani e i più deboli dall’altra. Accorgersi degli anziani e passare il tempo con loro è il primo passo di un cambio di mentalità, di una rivolta morale che chiede nuovi modelli di assistenza, come espresso dall’appello internazionale “Senza anziani non c’è futuro”.