Gli insegnanti della Scuola di lingua e cultura italiana di Trieste in aiuto agli studenti per supplire alla carenza di dispositivi digitali.

 

 

Quest'anno, per la Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio di Trieste, con la forzata quarantena, si è posto il problema della didattica a distanza. Un metodo di insegnamento che può essere molto utile in una situazione di emergenza come quella attuale, ma che mette in risalto tutte le difficoltà legate al reperimento dei mezzi informatici, di cui i nostri studenti sono in larga parte sprovvisti.
Ecco allora che una delle insegnanti ha messo in rete tutte le conoscenze in ambito cittadino (ex genitori della scuola elementare dove ha insegnato per quarant'anni, mondo del volontariato sociale triestino, scienziati delle varie realtà scientifiche presenti sul territorio e singole persone di cui è nota la sensibilità e l'attenzione verso gli " ultimi").
La ricerca capillare ha dato il suo esito e sono stati reperiti in breve pc portatili con le relative stampanti.
La proprietaria di un negozio di apparecchiature informatiche, ha donato il primo pc con stampante acclusa e si è poi offerta di aggiornare tutti i computer che via via ci sono stati donati
Abbiamo potuto così garantire la possibilità ad alcuni studenti stranieri di seguire le nostre videolezioni, uitlizzando i software che in tanti abbiamo imparato ad usare durante il lockdown. Il criterio di scelta è stato quello di selezionare famiglie, al cui interno ci fossero ragazzi in età scolare, al fine di permettere loro di seguire le lezioni a distanza messe a punto dalla scuola di appartenenza.
Così è stato ad esempio per Parvez, studente pakistano e papà di tre figli; per Hala amica siriana, mamma di tre bimbi; per Maryam, di origine afgana, che assieme al fratello frequenta la scuola media; per George studente siriano, i cui genitori sono iscritti alla scuola di lingua italiana della Comunità.
Poter garantire, attraverso un computer, una legittima parità a queste persone è stato l'obiettivo che ci eravamo prefissati, ma altrettanto significativo è stato assistere alla gara di solidarietà  tra chi ha risposto generosamente all'appello.
Ormai il meccanismo si è mosso e non sarà tanto facile arrestarlo. Soprattutto noi, insegnanti della Scuola di Italiano di Sant'Egidio a Trieste non vogliamo fermarlo!