Il Premio di San Martino alla Comunità di Sant'Egidio in Ungheria: tra i "beni culturali" da promuovere, una Chiesa amica dei poveri

Il riconoscimento dell'abbazia benedettina ungherese di Pannonhalma

 

 

Nell’abbazia benedettina di Pannonhalma in Ungheria la Comunità di Sant’Egidio ha ricevuto il 15 novembre il premio San Martino, un prestigioso riconoscimento attribuito a chi si distingue nella promozione del patrimonio culturale.
Tra i “beni culturali” da promuovere, c’è quello della solidarietà per i poveri, la cui presenza è tra i beni più preziosi di una Chiesa di tutti, in particolare degli ultimi. Péter Szőke della Comunità di Sant’Egidio, nelle sue parole di ringraziamento, ha spiegato il significato del premio e della lunga amicizia tra la Comunità e i benedettini di Pannonhalma, che ha portato tanti frutti in un impegno comune per i più deboli.
Nella sua laudatio, Konrád Dejcsics, direttore culturale dell’abbazia, ha detto che la cifra di Sant’Egidio è che la Comunità “in ogni momento vuol far sentire la vicinanza del regno di Dio ai poveri ed emarginati”.
Nel cuore dell’Europa, nella prima abbazia benedettina ungherese, seconda per dimensione solo all’abbazia di Montecassino, il premio legato alla figura di San Martino evoca un modello di vero europeo, come descritto dall’abate Cirill Hortobágyi durante la cerimonia. Martino, nato vicino Pannonhalma 1600 anni fa, cresciuto a Pavia, soldato in Illiria nella Dalmazia, si convertì al Vangelo e divenne vescovo di Tours. Martino è ricordato come uomo che rifiutava sempre i falsi compromessi a favore della giustizia e della misericordia.
Il nunzio apostolico Mons. August Blume accosta il santo al povero, come in un’unica icona con due figure che insieme contemplano il Signore e riflettono la gloria di Cristo. Sono due figure unite dalla misericordia, come nel gesto del santo che dona il mantello, rappresentato dalla statuetta del premio, in porcellana, disegnata e realizzata dalla manifattura di Herend.