Don Angelo Romano, della Comunità di Sant'Egidio, Rettore della basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, commenta in studio a Tv2000 la richiesta di preghiera di Papa Francesco per il mese di novembre: pregare affinché dialogo, incontro e riconciliazione emergano in Medio Oriente dove le comunità delle tre religioni monoteiste vivono insieme.
Per la convivenza bisogna trovare nuove strade: il significato di convivere non è ignorarsi, ma "vivere con", "vivere insieme". "Il Documento sulla Fratellanza è nell'idea di lavorare insieme per il bene comune" spiega don Angelo Romano, riferendosi al documento firmato dal Papa e da Al Tayyb, il grande imam di Al Azhar, il febbraio scorso. Un viaggio caratterizzato anche dall'abbraccio di pace tra i due leader religiosi, un segno della visione di Giovanni Paolo II: le religioni che pregano per la pace e le une per le altre.
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In Medio Oriente sono vissuti e vivono persone che hanno dato grandi testimonianze di dialogo e riconciliazione. Come padre Mourad , rapito dall'Isis, che è riuscito a convincere in qualche modo i sequestratori a rilasciare lui e i suoi parrocchiani, perché lo vedevano inerme, assiduo nella preghiera e perché avevano saputo che lui aveva convinto i fedeli della sua parrocchia a non farsi coinvolgere nel conflitto. Uomini del dialogo anche due cari amici della Comunità di Sant'Egidio, Mar Gregorios Ibrahim, vescovo siro-ortodosso, e Paul Yazigi, vescovo greco ortodosso, entrambi di Aleppo, rapiti in Siria, dei quali, ancora oggi, non si hanno notizie.
Di fronte al conflitto, è sempre possibile la scelta del dialogo. La preghiera per il Medio Oriente, insieme alla vicinanza di chi viene da quelle terre, orienta verso la la scelta della convivenza, un'esperienza quotidiana anche nelle città europee, dove vivono insieme persone di confessioni diverse.