Sud Sudan, a Sant'Egidio colloqui per la riconciliazione nazionale

L'impegno di tutte le forze politiche per l'unità e per liberare i bambini soldato

Avanza il processo di riconciliazione in Sud Sudan, il più giovane Stato del mondo, nella consapevolezza che la pace e la stabilità dipendono dall’accettazione del pluralismo politico e religioso. “Siamo grati alla Comunità di Sant’Egidio di aver ospitato questi giorni di riflessione e dialogo sul futuro del nostro Paese, ancora segnato da divisioni e ostilità: un’importante occasione che ci ha permesso di lavorare insieme per la pace, tra forze politiche diverse, e rende possibile l’impossibile”, ha detto Gabriel Changson Chang, vicepresidente del National Pre-Transitional Committee, intervenendo in conferenza stampa a Sant’Egidio.

Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità, ha ripercorso le tappe di un lavoro di mediazione che mira a porre fine alla sanguinosa guerra civile scoppiata all’indomani dell’indipendenza nel 2011. Dopo la firma dell’accordo di pace ad Addis Abeba, nel settembre 2018, il dialogo tra le parti ha avuto un momento decisivo nel ritiro spirituale a Santa Marta voluto da papa Francesco lo scorso aprile. “Stiamo lavorando insieme nonostante le difficoltà: questo è un punto importante. Ora la sfida è includere i movimenti e i partiti che non hanno firmato la pace e sostenere con ancora maggiore convinzione il National Pre-Transitional Committee, fino alla scadenza del suo mandato, prevista fra tre mesi”, ha osservato Garofalo.

Changson ha espresso fiducia nella tregua e nel ritorno della popolazione nei villaggi, insieme all’impegno a preservare lo spirito di unità e la leale collaborazione tra le parti, “i mattoni con cui costruire il futuro del Paese”. Il ruolo dei cristiani, e in particolare del South Sudan Council of Churches, si è rivelato essenziale nei momenti di crisi – ha aggiunto Garofalo – come segno della “volontà di superare le divisioni e lavorare per il bene della popolazione, stremata da lunghi anni di guerra”. Changson ha infine sottolineato come tra i compiti della National Pre-Transitional Committee vi sia quello di individuare e liberare i bambini soldato, utilizzati da diverse fazioni nelle operazioni belliche.