In memoria dei migranti del Centroamerica la Giornata di preghiera "Morire di speranza" a San Salvador

La Giornata di preghiera "Morire di speranza" celebrata nella cripta di San Óscar Romero nella Catedral Metropolitana di San Salvador sabato scorso, su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, ha riunito, nel ricordo dei migranti che hanno perso la vita nei loro viaggi, persone, associazioni e istituzioni che s'impegnano per la tutela dei migranti e dei rifugiati in El Salvador e altri Paesi del Centroamerica, Messico e Stati Uniti.

"L'indifferenza è pericolosa, fa diventare ognuno insensibile al dramma umano legato all'immigrazione" ha detto nella sua omelia il cardinale Gregorio Rosa Chávez, che ha proseguito citando il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: "Non si tratta solo di migranti: si tratta della nostra umanità". Non numeri, ma esseri umani.

Nella preghiera si è fatto memoria di tutti i migranti dispersi, per le vittime di sequestri e delle bande criminali; per quelli che hanno perso la vita cercando di raggiungere e superare la frontiera con diversi mezzi di trasporto, in particolare con il treno detto "la Bestia"; per coloro che sono morti nelle dure traversate del deserto e per quelli annegati nelle coste e nei mari del mondo.

Tra le immagini della preghiera, una ricorda le persone morte nel tentativo di attraversare a nuoto il Rio Grande che separa il Messico dagli Stati Uniti. In particolare si è fatto memoria di Oscar e di sua figlia Valeria di due anni, affogati lo scorso giugno 2019: una foto dolorosa che ha sconvolto il mondo e che rappresenta la realtà di centinaia di migranti del Triángulo Norte (Guatemala, Honduras y El Salvador).

Alle istituzioni è rivolto l'appello della giornata "Morire di speranza", di non rassegnarsi alle tragedie e di impegnarsi per un mondo più umano e giusto, in cui si ponga attenzione anche alle critiche condizioni nei centri di detenzione di tutto il mondo, dove sono reclusi anche bambini.

Porre per prima attenzione agli ultimi, come comunicato nel messaggio di papa Francesco, chiama a non essere indifferenti e a porre attenzione ai poveri, a coloro che più soffrono le conseguenze di questo esodo.