Corridoi umanitari: ne parla Marco Impagliazzo. GUARDA IL VIDEO

In una conferenza alla Stampa Estera, un ampio sguardo sull'esperienza fatta, i progetti e le prospettive future

 

 

Questa mattina, il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo ha incontrato i giornalisti all'Associazione della Stampa Estera per fare un bilancio del progetto dei corridoi umanitari a pochi giorni dalla firma del nuovo protocollo per l'arrivo in sicurezza e l'accoglienza di 600 richiedenti asilo dal Corno d'Africa.

"I corridoi umanitari sono un'iniziativa che incontra l'esigenza di aprire delle vie legali di immigrazione" precisa Impagliazzo, riferendosi alla base normativa già esistente, il regolamento europeo sui visti, la cui attuazione è stata possibile grazie all'impegno della società civile, senza spese per lo Stato.

Finora 1516 persone sono giunte dai campi profughi del Libano attraverso i corridoi umanitari, così come 500 sono giunte dal Corno d'Africa. A livello europeo anche Belgio, Francia, Andorra e San Marino hanno dato via a questo progetto.

Per il 90% si tratta di nuclei familiari. I beneficiari del progetto sono persone in condizione di vulnerabilità, secondo una definizione più ampia di quella usata dai paesi europei, per includere famiglie con bambini, anziani, persone malate, vittime di persecuzione ed abusi.

"I corridoi umanitari coniugano accoglienza e integrazione: le persone che arrivano sono ospitate in 15 regioni italiane, in tante città e in piccoli paesi" incontrando una grande disponibilità tra le famiglie, le parrocchie, le associazioni che mostrano un volto bello di un'Italia solidale.

I corridoi umanitari sono nati come risposta al naufragio nel Canale di Sicilia del 2015, tra i momenti più tragici, che hanno spinto a dire "non si può più aspettare", e hanno suscitato l'iniziativa di Sant'Egidio, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, della Tavola Valdese, e poi di Cei-Caritas.

Ora, per l'aggravarsi della situazione in Libia, Sant'Egidio e FCEI hanno indirizzato al governo italiano una lettera per aprire un corridoio umanitario europeo dalla Libia, con l'Italia capofila, affinché i paesi europei diano attuazione agli impegni internazionali in materia di asilo e diritti umani, con l'arrivo e l'accoglienza di 50.000 persone in due anni, come ha ricordato Impagliazzo durante la conferenza.

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