Il passato, il presente, il futuro in nome di Gigi. Il bambino della Scuola della Pace di Poggioreale che Napoli non dimentica. Non lo dimenticano quelli che lo hanno conosciuto, non lo dimenticano gli attuali ragazzini che popolano i quartieri di Napoli e che sabato, nel giorno dell’anniversario della sua morte, dopo aver preparato i regali di Natale per le anziane a cui fanno visita ogni settimana, hanno partecipato alla liturgia a lui dedicata. Non lo dimenticano i Giovani per la Pace che non smettono di credere nel cambiamento, anche per la sua vita e per quella di chi ancora troppo ingiustamente la perde o ne perde il valore.
La Chiesa di San Nicola a Nilo, a Spaccanapoli, era piena, lo era perché è così che la vita di Gigi non finisce, non finisce per gli spazi d’amore che Sant’Egidio prova ad allargare affinché le pallottole vaganti siano fermate dal bene e non spezzino la vita di altri. Gigi non andava a scuola ma andava alla Scuola della Pace dove imparava a leggere e scrivere, ma soprattutto dove sentiva di aver trovato qualcuno a cui la sua vita interessava davvero.
Ogni 15 dicembre, ogni giorno, da almeno 35 anni nei quartieri di Napoli, si cerca di costruire ponti di pace, che possano mettere in salvo ancora centinaia di Gigi.