Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, è intervenuto questa mattina a New York al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’invito è nato dall’esperienza, accumulata nel corso degli anni in campo internazionale con un lavoro di mediazione svolto in diverse aree del mondo, a partire dalla pace ottenuta per il Mozambico nell’ottobre 1992.
Impagliazzo è stato ascoltato sulla difficile situazione della Repubblica Centrafricana e sulle possibilità di giungere alla fine della crisi e delle tensioni che permangono in alcune aeree del Paese. Dopo aver illustrato come la Comunità ha favorito e accompagnato il processo che ha portato alle elezioni democratiche nel Paese, il presidente di Sant’Egidio ha annunciato che nei prossimi giorni si vedranno a Roma, grazie ai contatti intrattenuti da tempo con le diverse fazioni in campo, i rappresentanti dei quattordici gruppi armati esistenti insieme agli emissari del presidente Touadéra per parlare di disarmo, reintegrazione degli ex combattenti e dialogo politico, in presenza dell’inviato speciale del segretario generale dell’Onu per il Centrafrica Onanga-Anyanga.
L’obiettivo è quello di creare un “clima di fiducia” tra centrafricani, secondo le capacità di Sant’Egidio che si offre come “terreno neutro di dialogo e di negoziato”.
L’Onu, attraverso il sottosegretario agli Affari Politici Jeffrey Feltman, ha firmato venerdì scorso un accordo di collaborazione con Sant’Egidio sulla pace e la prevenzione dei conflitti che riconosce ufficialmente il ruolo svolto dalla Comunità nel mondo.
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