Sono trascorsi 10 mesi dal terribile terremoto che ha colpito Amatrice, nel Centro Italia, e i segni della distruzione sono presenti ovunque. Il centro storico è un tappeto di macerie, e nelle strade intorno sono molte le case abbandonate, crollate del tutto o in parte. Il numero delle vittime è altissimo: circa 230 le persone rimaste uccise.
Ieri più di 300 persone provenienti da tutto il mondo hanno raggiunto Amatrice per ricordarle. Sono i nuovi europei che frequentano la Scuola di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant'Egidio, migranti e profughi, dai siriani arrivati con i corridoi umanitari ai giovani africani che hanno affrontato il viaggio verso l'Europa su un barcone. Persone fuggite da luoghi di dolore che hanno voluto esprimere la loro vicinanza alla popolazione di Amatrice.
Tutto è iniziato con una processione e una preghiera di fronte al monumento che ricorda le vittime del sisma, dove alcuni bambini insieme a dei profughi hanno deposto fiori. Poi l'incontro con chi ha vissuto quei terribili momenti e ha scelto di restare: gli anziani, che hanno perso la casa e ora vivono in strutture provvisorie, casette costruite per loro non lontano dal paese. Il pranzo è stato l'occasione per migranti e anziani di conoscersi e scoprire di avere in comune molto, come la voglia di ricostruire una nuova vita.