Il ricordo di chi è scomparso si addolcisce nell'amicizia : 'Noi viviamo per strada, ma con voi ci sentiamo a casa'

 

 

A Catania, oltre trecento persone di cui almeno 150 poveri, si sono raccolti presso la Chiesa di Santa Chiara, sede della Comunità di Sant'Egidio nella città dell’elefante, partecipando alla liturgia in memoria di Modesta, la donna diventata sempre più il simbolo umile di chi soffre e muore a causa della disumanità della vita in strada.

Alla memoria di Modesta numerosi erano i
Giovani per la Pace, legatissimi a Nunzio, senza fissa dimora siciliano morto a causa della durezza della vita in strada a Luglio del 2016, “Nunzio era un nostro amico”, dice Vittorio dal pulpito della Chiesa, ”un fratello che ci voleva bene e ci proteggeva. Malato, con le gambe che gli funzionavano poco, prima di morire disse: Amici, io non riesco ad usare più le mie gambe, ma voi mi amate: siete voi le mie gambe”.

Dopo l’omelia di Padre Lobato Mupuphuo sono stati letti i nomi dei tanti senza fissa dimora morti in strada. Ciascuno dei presenti ha porto un fiore sotto l’altare e acceso una candela. 
Alla memoria di Modesta e Nunzio i nuovi europei hanno aiutato a preparare il pranzo che si è svolto successivamente. Una festa dell’amore e dell’integrazione, l’immagine di una società possibile, senza muri. Tutti felici perché tutti insieme. 
Poveri, ricchi, italiani, stranieri, gente di ogni estrazione sociale raccolti in un’unica comunità dove si confonde chi serve e chi è servito hanno pranzato insieme costruendo una famiglia, larga, bella e colorata!

Carlo, un amico in strada diceva: “noi viviamo in strada, ma con voi ci sentiamo finalmente a casa”.