Questa mattina è stato firmato a Roma un Memorandum of Understanding fra la Suprema Commissione per la Riconciliazione dell'Iraq e la Comunità di Sant'Egidio, contenente i lineamenti fondamentali per un'azione tesa a ricostruire la pace e favorire la coabitazione tra le varie componenti etniche, sociali e confessionali della popolazione irachena. A siglare l'accordo, a Trastevere, nella Sala della Pace della Comunità, sono stati, per Sant'Egidio, il presidente Marco Impagliazzo e, per l'Iraq, Kahtan Al Jibouri. E' il frutto di un lungo lavoro, avviato alcuni mesi fa attraverso incontri che si svolti, sempre a Roma, tra le due parti.
La Suprema Commissione per la Riconciliazione nazionale dell'Iraq, composta da delegati del presidente della Repubblica, del Primo Ministro, del Presidente del Parlamento e del Presidente della Corte costituzionale, ha chiesto alla Comunità di Sant’Egidio di contribuire, con la sua esperienza, al lavoro di dialogo e mediazione che la stessa Commissione è stata incaricata di svolgere nel Paese.
Impagliazzo ha spiegato che Sant'Egidio "aiuterà sulla base non solo della sua ormai lunga esperienza internazionale nella costruzione della pace, ma per favorire, in particolare, il dialogo interreligioso". Si tratta di un fattore importante in un Paese che ha la necessità di dissociare a tutti i livelli le religioni e le diverse componenti etniche dalla guerra e della violenza: "La guerra - ha ricordato Impagliazzo - non è mai santa, solo la pace è santa". Ringraziando la Comunità di Sant'Egidio per l'aiuto che potrà dare al popolo iracheno, Al Jibouri ha assicurato "il coinvolgimento dello Stato sulla via della riconciliazione, passo fondamentale per passare alla necessaria e urgente ricostruzione del Paese", vittima di troppe violenze e del terrorismo.