Sant'Egidio al 100° Katholikentag, il raduno nazionale dei cattolici tedeschi a Lipsia

 

 

Dal 25 al 29 maggio si è svolto a Lipsia, nella Germania orientale, il centesimo „Katholikentag“, il convegno nazionale dei cattolici tedeschi, che ha luogo ogni due anni in una città diversa a partire dal 1848.

Il titolo dell’edizione 2016, a cui hanno partecipato circa 50.000 persone, è stato “Ecco l’uomo”. Vescovi, rappresentanti del mondo politico e della cultura, cristiani di diverse confessioni, si sono incontrati per pregare, per parlare di fede e delle tante sfide di un mondo globalizzato con la partecipazione di tanti, anche non credenti.

Lipsia, infatti, è una delle città più secolarizzate della Germania, dove i cristiani sono pochi. Papa Francesco ha fatto giungere ai partecipanti un videomessaggio in tedesco in cui ha esortato a fare sempre più spazio nella propria vita alla voce dei poveri e dei derelitti. “Ecco l’uomo! – ha detto il papa - Nella nostra società tante volte incontriamo l’uomo sfruttato e maltrattato. Vediamo come altri discutano sul valore della sua vita e lo costringano davanti alla malattia e alla vecchiaia ad una morte rapida. Vediamo uomini denudati, sbattuti di qua e di là e privati della loro dignità, perché non hanno più lavoro o sono profughi. Vediamo qui Gesù sofferente e torturato…”

La Comunità di Sant’Egidio era anche questa volta al Katholikentag con uno stand a cui sono venute tante persone per parlare e conoscere meglio il lavoro di Sant’Egidio. Nella chiesa centrale di Lipsia, appena costruita, la Comunità ha pregato per la pace e per i poveri con la partecipazione di tanti. Sant’Egidio ha organizzato alcuni incontri con i giovani per parlare dei profughi. Molti giovani, da tante città tedesche, hanno ascoltato con attenzione la testimonianza di Mohammed, fuggito da Aleppo, che ha raccontato il dramma della sua gente e della sua città, da anni sotto le bombe.

I giovani della Comunità hanno parlato delle “scuole della pace” in Germania, che in questi mesi hanno accolto molti bambini profughi, proponendosi come un laboratorio di integrazione e del vivere insieme, esempio di una società accogliente e aperta che non ha paura di chi è straniero.