Memoria della morte del Mahatma Gandhi, ucciso nel 1948 a New Delhi. Con lui ricordiamo tutti coloro che, in nome della non violenza, sono operatori di pace. Leggi di più
Memoria della morte del Mahatma Gandhi, ucciso nel 1948 a New Delhi. Con lui ricordiamo tutti coloro che, in nome della non violenza, sono operatori di pace.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dalla lettera agli Ebrei 10,19-25
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Conclusa la trattazione dottrinale su Gesù sommo sacerdote, l'autore richiama ai credenti le conseguenze che debbono trarne. L'unione con la "carne" di Cristo, con il suo corpo, ci ammette nel santuario ove egli è entrato. La comunione con il corpo di Cristo è infatti comunione diretta con Dio e quindi con tutti i fratelli e le sorelle. L'autore usa il termine greco parresia che viene tradotto con l'espressione "cuore sincero". Nell'antica Grecia, il diritto di parresia equivaleva al diritto di essere cittadini a pieno titolo della città e di poter parlare liberamente. Nella comunità dei credenti vuol dire avere la libertà di rivolgersi a Dio senza intermediari; e quindi poter parlare con lui con la totale confidenza dei figli. È la strada che Gesù ha inaugurato per noi e che la lettera esorta a percorrere senza timore: "Accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura". Vivere nella comunità, partecipando alla santa liturgia, alla comunione fraterna, all'amore per i più poveri, all'impegno perché la vita di tutti sia più serena, tutto questo significa percorrere la via che Gesù ci ha aperto. Per questo la lettera esorta i credenti a spronarsi reciprocamente "all'amore" e a essere generosi nelle "buone opere". E chi diserta le riunioni comuni è avvertito che così facendo si allontana dal santuario, anzi da Dio stesso. Il pericolo dell'apostasia, ossia dell'abbandono della fede, prima ancora che una questione teorica, è un problema di cuore. E bisogna essere avvertiti che l'abbandono non avviene generalmente in maniera improvvisa; inizia tralasciando gli appuntamenti, restando nel silenzio, scivolando pian piano nella rottura della comunione. In questo modo - avverte la lettera - "calpestiamo il Figlio di Dio" e "disprezziamo lo Spirito della grazia".