Funerali vietati per Durante l'amarezza della famiglia

L'omicidio del ragazzo di 20 anni: decisione della questura per ragioni di ordine pubblico. Il racconto: "Da bambino venne con noi in colonia e disse: vorrei far diventare buoni i cattivi"

«Che farei se avessi una bacchetta magica? Trasformerei i cattivi in buoni». Rispose così Emanuele Durante agli educatori che lo avevano accompagnato in colonia estiva durante un'estate di tanti anni fa. Allora era un bambino che frequentava la scuola elementare, oggi è un altro ventenne ucciso a colpi di pistola nel cuore della città. Gli hanno sparato sabato sera in via Santa Teresa degli Scalzi mentre era in auto con la fidanzata. La questura ha vietato i funerali per motivi di ordine pubblico. La comunicazione del commissariato è stata notificata ai familiari del ragazzo che hanno accolto la notizia con amarezza. A meno di ripensamenti, le esequie si svolgeranno in forma privata dopo l'autopsia, fissata per oggi.
«Emanuele era un bambino molto sensibile e dolce. Cercavamo di insegnargli valori come il rispetto per gli altri e lui recepiva al massimo i segnali positivi che gli venivano tramessi - dice Paola Cortellessa, dirigente scolastica e coordinatrice delle Scuole della Pace della Comunità di Sant'Egidio 
che curava il progetto della colonia estiva. E aggiunge: «Con gli anziani era sempre gentile e disponibile. Regalava caramelle, giocava con loro. Adesso quella frase sul desiderio di trasformare i cattivi in buoni ci ritorna addosso come un monito».
Cortellessa non nasconde di provare in questi giorni «grande dolore per quello che è accaduto. Mi resta il ricordo di quei momenti e la gioia di avergli potuto trasmettere qualche istante di serenità. Purtroppo però i sogni di Emanuele sono stati infranti dalla violenza di questa città ed è tutta la città che deve dare una risposta. Questi ragazzi devono essere incontrati prima possibile e seguiti a lungo. La sua morte è monito per tutti, dobbiamo metterci insieme a lavorare affinché non cí siano altre vite spezzate», sottolinea Cortellessa.
«Emanuele voleva costruirsi un futuro nella legalità - ha detto la madre Valeria Brancaccio a Repubblica - Gli volevano tutti bene. Pur essendo separata ho cresciuto i miei figli con mollica, onore e sti
ma. Voleva diventare pizzaiolo e sposarsi. Chiedo giustizia. E fine pena mai per il suo assassino. È un demone».
Il ragazzo era imparentato per parte di padre con Annalisa, la 14enne vittima innocente della camorra assassinata per errore il 27 marzo 2004 a Forcella. Ma questa tragedia, oltre ad essere lontana nel tempo, non ha alcun collegamento con quanto accaduto sabato sera. Le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla pm Celeste Carrano partono dallo scontro fra due gruppi contrapposti di giovani rispettivamente del Rione Sanità e del quartiere Mercato che ha già portato, il 24 ottobre scorso, all'omicidio di un ragazzino di 15 anni, Emanuele Tufano, ucciso in un conflitto a fuoco in corso Umberto. I due si conoscevano, l'ipotesi è che i delitti possano essere maturati nello stesso scenario. Perché sulla strada di questi ragazzi non ci sono le bacchette magiche dei sogni, ma l'incubo di troppi giovanissimi che finiscono morti ammazzati.

 

 


[ Dario De Porto ]