Incontro tra la vincitrice del Premio Strega Poesia 2023 e i piccoli della Comunità di Sant´Egidio che grazie a un suo libro hanno affrontato il tema dei migranti. Tra loro c'è chi è scappato dalla guerra
I bambini aspettano la poetessa con impazienza. Le vanno incontro sulla strada, qualcuno le porge pratoline e violette. "Sono i miei fiori preferiti". Ai piccoli non sembra vero di avere davanti Vivian Lamarque , la celebre scrittrice vincitrice del Premio Strega Poesia 2023 che per loro, finora, è stata solo un nome: quello dell'autrice di "Storia con mare cielo e paura" (Salani), un libro che hanno letto tutti insieme. Per qualcuno, il primo libro della vita.
"Perché hai deciso di incontrarci?" chiede una bimba una volta che tutti sono seduti nella sala della Comunità di Sant'Egidio in via Lanzone 13 per l'incontro organizzato ieri pomeriggio. "Perché non vedevo l'ora!". Così i bimbi scoprono un viso, una voce, una signora gentile che riempie quel nome. E non è poco. Non è poco neanche averlo, un nome. Un'impresa trovare quello giusto mentre la storia "già ci prende per mano. Io spesso inizio una fiaba o un racconto senza sapere dove mi porterà. Quando scriviamo, scriviamo anche la nostra storia. Io però non so dare i nomi. Per me è difficile", rivela Lamarque. Lei, adottata quando aveva 9 mesi , che a 10 anni ha scoperto di avere due madri. "Non sapevo nemmeno io chi fossi", con una stratificazione di nomi depositati sui documenti e sul cuore.
A ogni frase pronunciata, quei bambini si avvicinano a lei: sono tutti piccoli da 6 a 10 anni seguiti dalla Comunità di Sant'Egidio nei centri pomeridiani chiamati "Scuola della pace". C'è chi vive nel quartiere Corvetto e chi nella zona di via Giusti, accanto a via Paolo Sarpi. Figli di migranti e profughi , qualcuno è fuggito dalla guerra , come una ragazzina di 9 anni approdata a Milano dalla Siria e un coetaneo che è scappato dall'Ucraina. Anche loro non sanno ancora bene "chi essere". Come pure la protagonista del libro , che non ha un nome e vive su una casetta in cima all'albero maestro di una nave: per questo si chiamerà Alberella . È piccola ma ha un super potere: il coraggio di una grande. Nella storia, incontra e salva un'altra bambina migrante che arriva dal mare in tempesta . Osserva e riflette. "Un finimondo, un mondo al contrario: il mare dentro, e le persone fuori. Il mare dentro il barcone, e le persone nel mare".
"Questo libro - spiega Elisa Giunipero, della Comunità di Sant'Egidio - è stato prezioso per imparare "le parole delle emozioni". I bambini sono riusciti a tirare fuori le proprie, immedesimandosi nei personaggi. La maggior parte di loro è nata a Milano da genitori stranieri e vive in contesti di povertà culturale . Molti hanno scoperto la lettura proprio grazie a questo libro. C'è chi ha vissuto nei campi profughi e ha raccontato nei disegni anche la sua esperienza". All'autrice i piccoli chiedono come fa Alberella a salire sulla sua casetta, come fanno i suoi amici a raggiungerla. "Nella fiaba dovete immaginare", la risposta. "C'è una scala a pioli?". Vuole far capire che la storia è storia anche grazie al lettore. "Io ho iniziato da bambina, a fantasticare, e non ho più smesso. Ho iniziato quando ero sola in casa e c'erano solo libri". Non ha mai perso lo stupore, il senso di meraviglia. Occhi di bambina, i suoi, incorniciati dai capelli bianchi (compirà 79 anni il prossimo 19 aprile).
"Ma posso portarli a casa, sono per me?", chiede quando i piccoli le porgono i loro regali : c'è chi ha costruito con il cartoncino una barca con l'albero maestro e la casetta. Sui fogli ci sono navi che brillano, stelle marine (la protagonista, che è senza mamma e papà, immagina i suoi genitori come stelle marine), bambine che si tengono per mano. "Con l'aiuto reciproco - la spiegazione che si legge dietro uno dei lavori - possiamo sconfiggere tutte le difficoltà. Nonostante le sue paure, Alberella non ha paura di aiutare una bambina sconosciuta che si trova in difficoltà". I piccoli hanno ricreato in grande anche la copertina del libro che si apre svelando tutti i loro disegni. "Io mi commuovo. Ogni disegno è un mondo, ogni frase di questi bambini è una poesia - commenta Lamarque -. E poi sono accompagnati da una gioventù straordinaria (i volontari del movimento Giovani per la pace, ndr ): c'è speranza per il futuro".