Rivedere la moglie dopo nove mesi di distanza, scanditi dalle notizie della guerra che colpisce affetti, parenti e amici. E allo stesso tempo incontrare per la prima volta la propria figlia più piccola, Maya, nata al Burlo di Trieste il primo maggio 2024, lontano da Gaza e dalle bombe, arrivata in Italia perché la sorella più grande, Julia, 4 anni, è affetta da una grave patologia ed è stata una degli otto bambini sfollati dalla Striscia con un volo privato organizzato dall'Ong Save a Child con la collaborazione dell'associazione Gaza Kinder Relief dopo un accordo per le cure all'ospedale pediatrico di Trieste a fine aprile.
Ieri mattina è arrivato all'aeroporto di Ronchi dei Legionari Mohammed, 28 anni, il papà delle due bimbe. Ora è a Trieste, assieme alla moglie Weam e alle due bimbe, dove alloggiano in un appartamento messo a disposizione dall'associazione Io tifo Sveva.
«Un'emozione fortissima e una vittoria» questo ricongiungimento, racconta Federica Laboranti, volontaria della Comunità di Sant'Egidio che insieme a tanti altri è stata vicina a Weam e alle sue due bimbe. «È stato un percorso lungo ottenere il visto», mesi e mesi in cui Mohammed era in una specie di limbo: era uscito con la famiglia dalla Striscia, ma poi un solo parente poteva accompagnare la piccola Julia e lui era rimasto là, non potendo più rientrare nella Striscia né raggiungere moglie e bambine. Prima del conflitto Mohammed aveva una piccola azienda agricola. Tutto è distrutto. Le piccole intanto sono cresciute, entrambe hanno incontrato il Papa a luglio scorso, e a breve per Julia che ha già ottenuto molto beneficio dalle cure a Trieste ci sarà un'altra operazione.
L'emozione dell`incontro è stata grandissima, ma il velo di tristezza resta: «Il pensiero corre a chi è ancora nella Striscia», là dove Weam e Mohammed continuano a voler immaginare il loro futuro. La comunità di Sant'Egidio ha intenzione di organizzare una raccolta fondi per sostenere la famiglia.
[ Valeria Pace ]