Si abbassano le temperature insieme ai posti letto previsti dal Piano freddo cittadino, che sul sito dell'Asp cambia anche nome "Piano allerte climatiche". A fronte dei 550 attivati nel 2023, ora i posti di pronta accoglienza messi a disposizione per le persone senza dimora, di notte e nei mesi più freddi dell'anno, si fermano - tra strutture pubbliche, parrocchie e associazioni - a 390. E inoltre, per un periodo più limitato di tempo: dal 16 dicembre al 16 marzo 2025, un mese in meno rispetto all'anno scorso, dove l'operazione è rimasta in vigore dal 1° dicembre al successivo 31 marzo.
Un cambiamento di capienza e d'agenda che hanno notato le associazioni e le realtà impegnate nel supporto a chi vive in strada, in una condizione di fragilità. «Di certo il numero delle persone che hanno bisogno di questa possibilità non è diminuito, anzi. Conosciamo più di un utente rimasto fuori dal Piano in queste prime sere e sempre più verifichiamo nei nostri giri con il problema dell'emergenza abitativa - spiega Simona Cocina, della comunità di Sant'Egidio - Abbiamo chiesto spiegazioni sul tempo ridotto, ma ci è stato assicurato che verrà integrato con il Piano Caldo e con la gestione di altri eventi climatici, come le alluvioni. Ma vorremmo saperne di più, anche per informare le persone che seguiamo».
A finire sotto la lente dei volontari, poi, anche i servizi annessi: «Non c'è più l'Help Center, il punto fisico in Bolognina aperto anche per indirizzare le persone senza dimora verso le strutture di accoglienza - sottolinea sempre Cocina - Ora è attivo solo come centralino, ma questo lo rende meno accessibile. Ed è cambiato il modulo per segnalare una situazione di difficoltà. Inoltre, per gli utenti fragili, anche in questi mesi così freddi è necessario aumentare il numero dei bagni pubblici e aprire per più ore le docce comunali del Lazzaretto, ora accessibili solo per poche ore al pomeriggio».
Un cambiamento di capienza e d'agenda che hanno notato le associazioni e le realtà impegnate nel supporto a chi vive in strada, in una condizione di fragilità. «Di certo il numero delle persone che hanno bisogno di questa possibilità non è diminuito, anzi. Conosciamo più di un utente rimasto fuori dal Piano in queste prime sere e sempre più verifichiamo nei nostri giri con il problema dell'emergenza abitativa - spiega Simona Cocina, della comunità di Sant'Egidio - Abbiamo chiesto spiegazioni sul tempo ridotto, ma ci è stato assicurato che verrà integrato con il Piano Caldo e con la gestione di altri eventi climatici, come le alluvioni. Ma vorremmo saperne di più, anche per informare le persone che seguiamo».
A finire sotto la lente dei volontari, poi, anche i servizi annessi: «Non c'è più l'Help Center, il punto fisico in Bolognina aperto anche per indirizzare le persone senza dimora verso le strutture di accoglienza - sottolinea sempre Cocina - Ora è attivo solo come centralino, ma questo lo rende meno accessibile. Ed è cambiato il modulo per segnalare una situazione di difficoltà. Inoltre, per gli utenti fragili, anche in questi mesi così freddi è necessario aumentare il numero dei bagni pubblici e aprire per più ore le docce comunali del Lazzaretto, ora accessibili solo per poche ore al pomeriggio».
[ Alessandra Arini ]