Roma, dispersione scolastica, 60 istituti in prima linea per fermare la fuga
EVENTI

Roma, dispersione scolastica, 60 istituti in prima linea per fermare la fuga

A Roma la dispersione scolastica è in aumento, e la tendenza rischia di diventare sempre più preoccupante. È la fotografia scattata dal rapporto finale del progetto “W La Scuola!” della Comunità di Sant'Egidio, presentato ieri in Campidoglio con la collaborazione della Commissione scuola di Roma Capitale.
Ogni anno la Comunità riceve più di 800 segnalazioni su studenti a rischio dispersione, «un numero elevato, considerando il fatto che il programma di recupero va avanti solo con passaparola», spiega Stefano Orlando, responsabile scientifico del programma “W la Scuola”, finanziato dall'impresa sociale Con i Bambini. L'iniziativa ha coinvolto più di 60 scuole a Roma e circa 3.500 minori.
«Il problema della dispersione scolastica e della povertà educativa riguarda soprattutto le periferie, in particolare il quadrante est di Roma e Ostia», sottolinea Orlando. A far scattare l'allarme sono l'aumento delle assenze a scuola, un rendimento scolastico basso e scarse competenze di base in lettura e scrittura. Partono così le segnalazioni alla Comunità, che attiva il programma “W la Scuola!”. Avviato in epoca Covid, il progetto è proseguito perché, se la fase pandemica si è conclusa, non lo sono i suoi effetti. Un disagio difficile però da monitorare, perché la dispersione scolastica è un fenomeno sommerso, che affiora solo quando è già tardi.
«I segnali si manifestano già dalle elementari, anche se l'abbandono vero e proprio si concretizza o alle medie o alla scuola superiore, quando ormai è già troppo tardi per intervenire», racconta Stefano Orlando. Per questo l'obiettivo è agire fin dalle prime avvisaglie, per permettere il recupero degli studenti prima che abbandonino gli studi. Due gli interventi principali attivati dalla Comunità: il sostegno alla compilazione delle domande di iscrizione a scuola (che riguarda soprattutto gli stranieri), e lìassistenza per giovani alunni a rischio dispersione (che riguarda soprattutto bambini italiani). A svolgere le attività, i volontari dell'associazione, anche loro studenti delle superiori o delle università.