I bambini raccontano la pace

La mostra. Una raccolta di immagini, disegni e poesie
La guerra vista con gli occhi dei bambini. Nei giorni scorsi la villa comunale di Frosinone ha ospitato la mostra "Facciamo pace?! - La voce dei bambini
sulla guerra", organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio di Frosinone e patrocinata da Regione Lazio, Provincia e Comune.
A parlare i bambini di Kiev, di Irpin, di Charkiv in Ucraina, che frequentano le "Scuole della pace" promosse dalla Comunità di Sant'Egidio e dislocate in
molti Paesi del mondo. Centri completamente gratuiti, animati da volontari che affiancano i bambini nel loro percorso educativo, sostenendoli nell'inserimento scolastico, aiutando le famiglie nel loro compito e proponendo un modello educativo.
Una raccolta di immagini, disegni, riflessioni, piccole poesie, riportati su dei pannelli, da cui è facile estrapolare sentimenti, sogni, speranze in un futuro migliore di chi ha vissuto, e vive, la tragedia della guerra.
I primi due pannelli di questa piccola esposizione sono dei pensieri raccolti dal 1944, cioè dalla fine del secondo conflitto mondiale, a testimoniare come la guerra, allora e oggi, risveglia i medesimi sentimenti, lo stesso dramma, la stessa paura, la stessa desolazione e angoscia. Una testimonianza importante sull'orrore della guerra. Le varie sezioni della mostra sono "La guerra del passato" (1939-1944, seconda guerra mondiale), "La guerra di oggi" e "La guerra alle spalle" (la voce dei bambini dei campi profughi), e poi c'è una parte dedicata alle aspettative sulla pace.
La responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Frosinone, dr.ssa Loredana Piazzai, ci ha parlato di una mostra «molto piccola, che da un punto di vista artistico non è assolutamente niente di che, ma che da un punto di vista morale, è estremamente importante, perché è la testimonianza di bambini che a Irpin e in Ucraina sono oggi sotto le bombe. È come loro vedono la guerra, la rappresentano e la vivono. Il nostro interesse è di proporla e farla girare nelle scuole, questo è per noi il punto centrale, far parlare i bambini e i giovani con i giovani per testimoniare l'orrore e il dramma della guerra. Una testimonianza di pace, in un momento in cui la situazione mondiale è veramente molto grave». 
 

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