Trastevere, la preghiera contro la tratta

Trastevere, la preghiera contro la tratta

Leggi e politiche più forti contro ogni forma di schiavitù. È l'appello inserito nella preghiera che, il 6 febbraio, è stata recitata al termine della veglia ecumenica svoltasi nella basilica di Santa Maria in Trastevere per la decima Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si è celebrata l'8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita.
Istituita nel 2015 per volere di Papa Francesco, quest'anno ha avuto come tema "Camminare per la dignità. Ascoltare. Sognare. Agire". La veglia è stata animata da 50 giovani tra i 18 e i 35 anni provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse organizzazioni e impegnati contro la tratta, giunti a Roma venerdì 2 febbraio per una settimana di mobilitazione e preghiera contro ogni forma di sfruttamento e schiavitù.
Ad aprire il momento di preghiera, il saluto di monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, il quale ha ricordato che in basilica tutte le sere «la Comunità di Sant'Egidio prega e cerca nella Parola di Dio la forza umile per scardinare le sbarre che imprigionano la vita di uomini, donne e bambini. Bisogna curare le ferite provocate dalla prevaricazione, dall'odio, dalla violenza che fanno dei deboli e dei piccoli le prime vittime».
Per suor Abby Avelino, coordinatrice della Giornata e di Talitha Kum, la rete internazionale delle religiose contro il traffico di esseri umani, «la tratta potrà essere sconfitta solo se pregheremo e lavoreremo insieme per estirparne le cause alla radice». La preghiera interreligiosa in cinque lingue è stata ispirata ai 5 elementi naturali - acqua, fuoco, aria, metallo e terra -, che sono stati simbolicamente offerti in processione.
Prima della veglia, in piazza Santa Maria in Trastevere, i giovani hanno dato vita a un flash-mob contro la tratta sotto gli occhi incuriositi di turisti e passanti. Accompagnati dalla musica hanno prima danzato, poi sollevato cartelloni colorati con scritte, in varie lingue, le parole speranza, rispetto, empatia, amore, libertà, solidarietà, per concludere urlando in coro "Stop human trafficking".
«Parlare della tratta è importantissimo perché è un fenomeno in continua evoluzione che può permeare ogni aspetto della nostra vita - ha spiegato suor Mayra Cuellar, delle Missionarie delle Beatitudini e del coordinamento Talitha Kum -, dal cibo che mangiamo agli abiti che indossiamo perché alla base, per la loro produzione, può esserci sfruttamento. Non esiste un dato preciso del fenomeno, si stima che nel mondo 25milioni di persone sono state vittime di tratta». 
 

[ Roberta Pumpo ]