Finalmente gli anziani sono considerati una risorsa

Finalmente gli anziani sono considerati una risorsa

L'intervento

L'approvazione del decreto legislativo relativo alla Legge 33/2023 è una grande svolta, un caso eccezionale della nostra politica nazionale. Gli anziani sono di tutti, non certo di una parte.La Presidente Meloni ha così commentato l'approvazione del decreto legislativo relativo alla Legge 33/2023: «Stanzia complessivamente oltre un miliardo di euro per i primi due anni, risorse che servono a garantire all'anziano una vita serena, attiva e dignitosa garantendo dove è possibile il diritto di continuare a vivere e a curarsi nella propria casa semplificando e rafforzando l'accesso ai servizi ma anche le procedure di valutazione della persona non autosufficiente, introducendo in via sperimentale a scelta del cittadino una prestazione universale graduata in base al bisogno».
È una grande svolta, dopo i tre anni di gestazione della legge 33/2023, che riguarda 14 milioni di anziani, non solo i non autosufficienti, ma tutti gli anziani. Nell'iter parlamentare non ha ricevuto nessun voto contrario, passando con la astensione di tutte le opposizioni, consapevoli della sua necessità e urgenza. Un caso eccezionale della nostra politica nazionale.
Sì, gli anziani sono di tutti, sono del Paese, non certo di una parte o di qualche partito. La Presidente parla del diritto degli anziani (di tutti gli anziani) di continuare a vivere e a curarsi nella propria casa. È l`aspetto più innovativo della riforma! Vengono stanziati 500 milioni per sperimentare non solo la integrazione fra assistenza domiciliare sanitaria e sociale ma anche e soprattutto la sua trasformazione in un servizio che prende in carico gli over 65. L'attuazione della legge avviene attraverso delle sperimentazioni, ovvero di iniziative che partono dai territori, nelle diverse Regioni, ad opera di Aziende Sanitarie, Comuni, Ospedali, Terzo settore, volontariato ed Università che collaboreranno per la realizzazione di buone pratiche.
C'è bisogno di tutti, infatti, per inventare un servizio nuovo che dia alla Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) sostanza e significato, al di là della sua esilissima presenza (18 ore l'anno per anziano, lo voglio ricordare) che lo ha sino ad oggi caratterizzato. Questo dialogo dal basso tra istituzioni diverse è preziosissimo: si pensi a come finalmente Ospedali e territorio potranno dialogare, con il preciso obiettivo di far giungere i primi sin nelle abitazioni degli anziani, grazie alla tecnoassistenza (telemedicina, telemonitoraggio e unità mobili). Per questa specifica funzione sono stati stanziati 500 milioni all'anno per il biennio 2025-2026.
Di questo grande progetto fa parte anche il co-housing, pensato non solo per dare efficienza alla assistenza domiciliare, ma anche per sconfiggere la solitudine e avviare nuove forme di convivenza, non come la famiglia di sangue che spesso non esiste più, ma non per questo meno familiari, magari anche intergenerazionali.
La Commissione per l'attuazione della riforma della assistenza sociosanitaria per la popolazione anziana, che mi onoro di presiedere, ha già prodotto una proposta di Decreto ministeriale, trasmesso all'attenzione del Ministro e dei suoi uffici, che descrive e specifica le modalità di realizzazione di quanto previsto all'art. 29 del decreto legislativo. Si prevede che sia Agenas a gestire dal punto di vista amministrativo queste sperimentazioni, così come a certificarne l'efficacia, l'efficienza e la qualità. La Commissione, attraverso un suo comitato tecnico, avrà invece il compito di vagliare le proposte e di accertarsi non solo che siano rigorose sul piano
scientifico ma che si muovano nello spirito della legge 33: i fondi non debbono disperdersi, al contrario si dovrà ridurre la spesa: quella che deriva dai ricoveri inappropriati, dall'eccessivo uso dei Pronto Soccorso e dalle degenze troppo lunghe perché non si sa come e dove dimettere. Il Cipa (Comitato Interministeriale per le Politiche in favore degli Anziani) - che sarà presieduto dalla Presidente del Consiglio - avrà la responsabilità della governance, coordinando ed integrando tutti gli sforzi.
Questa legge segna un passaggio che non esito a definire storico. Mette finalmente in un dialogo costruttivo, dal basso, i diversi interlocutori e li induce a parlarsi, mettendo al centro non la burocrazia, le liti sulle competenze e i piccoli orticelli, ma la vita dei nostri anziani. Per me - che faccio parte di questa prima generazione di "vecchiaia di massa" - sono stati tre anni di lavoro intenso, in mezzo a tanti ostacoli, ma oggi posso dire: finalmente può iniziare un tempo favorevole per il popolo degli anziani del nostro Paese. Le sperimentazioni sollecitano una corresponsabilità nuova da parte delle diverse realtà coinvolte per giungere ad una implementazione massiccia della riforma.
Vorrei qui ricordare, a titolo di esempio, che Fiaso, la società che raccoglie i leader di ospedali, aziende e Irccs ha già raccolto l'adesione di 35 grandi enti, pronti ad entrare nella sperimentazione. Sento entusiasmo attorno a questa riforma: la vecchiaia non è una condanna, ma una risorsa per il nostro Paese. Mi auguro che il 2024 sia l'alba di un nuovo tempo per gli anziani e, quindi, per tutte le generazioni del nostro popolo.
Presidente della Commissione per la riforma dell'assistenza sociosanitaria per la popolazione anziana

 


[ Vincenzo Paglia ]