Il Natale triste e incerto dei cristiani in Medio Oriente: famiglie divise, spinte all'esodo

Il Natale triste e incerto dei cristiani in Medio Oriente: famiglie divise, spinte all'esodo

L'intervento
Travolti dalla Storia, dalla Terra Santa all'Iraq dove luminarie e feste sono state vietate

Il Natale richiama, nell'immaginario cristiano, Betlemme, dove è nato Gesù e, in senso largo, le terre delle origini cristiane. Cos'è oggi Betlemme per i cristiani? Chi sono i cristiani in Medio Oriente? Nonostante la condizione di minoranza, per secoli sono rimasti abbarbicati a quelle terre: Betlemme e Gerusalemme, Antiochia, dove per la prima volta furono detti cristiani, Damasco, dove Paolo iniziò la sua predicazione e tanti altri luoghi d'Oriente.
Passati attraverso il dominio ottomano, come dhimmi, protetti ma allo stesso tempo discriminati, sono stati una componente chiave nel mosaico etnico-religioso mediorientale. Non erano pochi. Nel 1914, la Palestina contava 600.000 musulmani, 80.000 cristiani, 60.000 ebrei. In Siria, i cristiani erano di più: il 20% dopo la prima guerra e il 14% nel 1948.
Oggi a Betlemme c'è un clima triste, come ha scritto Cremonesi su questo giornale. Nessun pellegrino. Nonostante il sindaco palestinese sia sempre cristiano, i suoi correligionari sono meno del 10%, mentre nel 1950 erano l'86%. C'è un clima diverso con la maggioranza musulmana. II muro costruito da Israele rende difficili le comunicazioni tra territori palestinesi. Le famiglie sono divise: alcuni nei Territori, altri a Gaza.
Assai dura, per la guerra, è la situazione della comunità cristiana di Gaza, meno di 3.000 persone: 700 rifugiate nella chiesa cattolica Sacra Famiglia (qui sono state uccise due cristiane dai cecchini israeliani)  e 500 nella chiesa ortodossa di San Porfirio (antico vescovo di Gaza del V secolo), dove sono morte 18 persone per un raid israeliano.
I cristiani sono a disagio nell'ambiente dominato da Hamas, ma non è facile lasciare Gaza. In tutto il Medio Oriente sono spinti all'esodo. Trent'anni fa, un diplomatico francese, con lo pseudonimo di Jean-Pierre Valognes, scrisse un libro pensoso, «Vita e morte dei cristiani d'Oriente». Allora c''era incertezza sul futuro. Oggi si intravvede la fine. Non solo in Terra Santa.
L'Iraq, mai ricostruitosi come Stato dopo le guerre, è insicuro. I cristiani hanno subito gli attacchi di Daesh nelle loro terre storiche. Sono scesi dal 4 all'1% degli iracheni. I caduti non sono mancati. Di recente il patriarca caldeo, Sako, si è visto ritirare il decreto di nomina dal presidente iracheno, che anche i sultani ottomani concedevano ai suoi predecessori. Addirittura, nel 1900, una squadra navale francese fece una dimostrazione militare, perché la Sublime Porta tardava a concedere il decreto al patriarca caldeo di allora. Oggi, senza decreto, Sako, non può disporre del patrimonio della Chiesa. Sembrava un caso isolato, ma il provvedimento è stato esteso a tutti i vescovi. Il patriarca ha denunciato «l'appropriazione delle risorse dei cristiani» e il «sistematico cambiamento demografico delle loro città nella Piana di Ninive». I regimi Baath, in Iraq e Siria hanno esercitato una «protezione» sui cristiani Oggi si apre la caccia alle proprietà loro e delle Chiese (non sempre ben gestite in Medio Oriente): è un capitolo rilevante. Nella strage dei cristiani durante la Prima guerra mondiale, l'appropriazione dei loro beni incrementò il consenso In Siria, gli emissari del regime impongono taglie ai cristiani abbienti. Le sopraffazioni favoriscono l'esodo, ingrossato pure dai giovani cristiani che rifiutano il lungo servizio militare. La guerra e l'illegalità mostrano come il favore del regime «laico» del presidente Assad verso i cristiani, nonostante l'atteggiamento sottomesso dei patriarchi al sistema, funzioni poco, specie con l'arbitrio diffuso. Il Libano, tradizionale terra di libertà per i cristiani d'Oriente, resta solo un passaggio per gli esodi, a causa della grave crisi economica e politica. Qui i cristiani sono numerosi (nel 2018 erano stimati il 34%, ma oggi sono meno), ma il futuro è incerto per tutti in un Paese fragile.
Natale triste per i cristiani. In Iraq, il patriarca Sako ha vietato luminarie e feste in segno di lutto e protesta. Andrea Santoro, prete romano ucciso in Turchia nel 2006, diceva agli amici occidentali, dopo una visita ad alcune languenti comunità in Medio Oriente: «Non fate morire il cristianesimo, non riducetelo a osservanza e convenevoli». Il cristianesimo infatti può essere travolto dalla storia, ma fanno la differenza anche le scelte dei cristiani e delle Chiese nella transizione epocale del nostro tempo. In Oriente, ma anche in Occidente. Il cardinale Martini osservava inquieto: «la storia è seria ed è affidata a noi».

 

[ Andrea Riccardi ]