Carcere, Daddio cucina per i detenuti, a tavola con direttore, vescovo e sindaco

Carcere, Daddio cucina per i detenuti, a tavola con direttore, vescovo e sindaco

Insalata di rinforzo, scarola attaccata, bocconcini di mozzarella di bufala campana Dop, mezze maniche alla genovese di polpo, filetto di baccalà in cassuola con olive, capperi e pomodorini datterini, servito con fianchi aglio olio e peperoncino, e poi mandarini, frutta secca, panettone natalizio, zeppole e un brindisi finale con spumante: questo il menù del pranzo natalizio, in agenda per oggi alle 13, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nel carcere di Arienzo.
Quarantuno detenuti, quelli più poveri, stranieri e che da mesi non hanno colloqui con i propri familiari, avranno il privilegio di sedere allo stesso tavolo del direttore del penitenziario Annalaura de Fusco, del vescovo di Acerra Antonio Dì Donna e del sindaco Giuseppe Guida. Gli altri, invece, per esigenze di spazio pranzeranno in un altro edificio e siederanno in un'unica tavolata.
Il pranzo verra preparato dallo chef Pappe Daddio della Scuola di cucina "Dolce&Salato" di Maddaloni, con la collaborazione delle aziende Basilicata, La Guardiense, caffè Kimbo, Ferrarelle, Webio, della pasticceria Lombardi e della Caritas arcipretura Sant'Andrea Apostolo di Arienzo.
«Credo che in un momento così complicato per il mondo delle carceri - dice Antonio Mattone, responsabile per la Comunità di Sant'Egidio, dei servizi alle carceri in Campania e volontario a Poggioreale - in cui i detenuti vengono ignorati, è importante dare loro voce e farli sentire benvoluti e capiti». 
 
 
 

 


[ Gabriella Cuoco ]