La vita da combattente di Serah Diallo per la democrazia e la giustizia in Africa

Una protagonista della storia democratica africana morta a 74 anni
Alle 4 del mattino di mercoledì 28 giugno all'ospedale Amicizia Sino-Guineana di Conakry si è spenta all'età di 74 anni la sindacalista africana Rabiatou Serah Diallo, già segretaria generale dei sindacati guineani, presidente del consiglio economico e sociale e presidente del consiglio nazionale della transizione (Cnt) nel 2010.
Rabiatou, Rabia per gli amici, era una donna forte e coraggiosa e una delle figure più importanti della società civile guineana e africana. Molto conosciuta in Europa e in Africa, aveva percorso tutte le tappe della Cntg (confederazione nazionale dei sindacati) il sindacato del suo paese - la repubblica di Guinea comunemente chiamata Guinea Conakry - fino ad essere eletta segretaria nel 2000, divenendo così la prima donna a ricoprire la carica di leader di un sindacato in Africa. Sotto la sua direzione la Cntg giunge ad avere 60mila iscritti e ad organizzare i primi scioperi generali del paese.
Giovanissima attivista originaria della città Mamou nel Fouta Djalon, inizia il suo impegno prima nei movimenti giovanili e poi nell'associazionismo femminile, per poi avvicinarsi al mondo sindacale totalmente dominato dagli uomini. A vent'anni entra a far parte della Confederazione nazionale dei
lavoratori, l'ex sindacato unico fondato nel 1958 sotto il primo presidente della Guinea, Sékou Touré, «colui che disse no a de Gaulle».
Grande militante, da segretaria generale Rabiatou riesce a piegare il successore di Sekou, il generale Lansana Conté, organizzando nel 2006 il primo sciopero generale della storia della Guinea, e poi nel gennaio 2007, al fianco di altri sindacati, un'altra mobilitazione generale che paralizza il paese preparando la più grande rivolta popolare che la Guinea abbia mai conosciuto.
Durante tali eventi, Rabiatou Diallo viene picchiata e arrestata nel gennaio del 2007. Sarà liberata soltanto dopo molteplici pressioni internazionali. Accusata di «mettere il paese a fuoco » risponderà: «Sono una donna e madre di sei figli. Quando accendo il fuoco è per metterlo sotto la marmitta. Ma in Guinea la marmitta è vuota, ed è questo ad incendiare il paese». Le manifestazioni sono violentemente represse (si parla di almeno 100 morti) ma costringono Conté a rispondere alle istanze sindacali e popolari con una timida apertura del suo regime. Viene istaurato un governo di transizione sotto la guida del primo ministro Lansana Kouyaté, un noto funzionario internazionale.
Transizione
La parte più rilevante dell'impegno politico e sociale di Rabiatou è quando le viene chiesto di prendere la guida della transizione dopo gli avvenimenti seguiti alla morte del presidente Lansana Conté e alla presa di potere da parte dei militari nel dicembre del 2008. La società civile guineana si oppone a tale regime organizzando una forte resistenza di cui Rabiatou è una dei protagonisti.
A seguito del massacro del 28 settembre 2009 compiuto contro i manifestanti dell'opposizione da parte dei militari, l'autoproclamato presidente capitano Dadis Camara è costretto a lasciare il paese. Inizia allora una transizione che dura fino alle elezioni del 27 giugno 2010. L'8 febbraio di quell`anno Rabia è nominata a capo del CNT svolgendo funzioni da presidente dell'assemblea nazionale.
In quella veste chiede il sostegno della Comunità di Sant'Egidio, presente nel paese e già intervenuta nella fase di apertura di Conté, allo scopo di organizzare sessioni di dialogo del CNT e accelerare il processo di democratizzazione verso elezioni libere. Gli incontri di Sant'Egidio a Roma, ai quali partecipano tutte le "forze vive" della nazione (partiti, sindacati, società civile, governo transitorio e militari), producono un "patto repubblicano" che definisce le regole del ritorno alle urne e permette alla Guinea di entrare per la prima volta della sua storia in una fase democratica e pluralista. Si tratta di uno dei rari esempi in cui la transizione democratica è condotta dalla società civile.
Serah Diallo sarà poi nominata presidente del Consiglio economico e sociale sotto il mandato del presidente eletto Alpha Condé, carica che mantiene fino al settembre 2021 quando un nuovo colpo di stato dell'esercito rovescia la giovane democrazia guineana. Fedele alla sua fama, Rabia sarà l'unica autorità a tenere testa ai militari durante le convocazioni forzate che questi ultimi organizzano nelle ore successive al golpe per minacciare gli alti gradi dell'amministrazione pubblica.
Con lei scompare una delle figure più significative del sindacalismo africano, impegnata nella lotta per i diritti dei lavoratori in un paese dove l'80 per cento dell'economia è informale, cioè al nero, sommersa e comunque senza nessuna forma di tutela. Rabiatou Diallo rappresentava una testimone della difesa della democrazia in Guinea e in Africa, rispettata in specie dalle giovani generazioni. 
 
 

[ Mario Giro ]