A tavola con i detenuti nel segno di Sant'Egidio

La solidarietà

Un Natale anticipato per regalare un pizzico di serenità. La Comunita di Sant'Egidio, in collaborazione con la Coldiretti, che ha fornito i prodotti, e con l'istituto "Le Streghe", ha offerto il pranzo alla popolazione detenuta della casa circondariale di Benevento. Cinquantaquattro detenuti (13 le donne) del circuito di media sicurezza, scelti tra quelli con difficoltà economiche e senza rapporti con le rispettive famiglie, si sono accomodati ieri a tavola, gustando un ampio menu di prelibatezze sannite. In cucina docenti e studenti dell'istituto alberghiero del capoluogo in collaborazione con 13 detenuti del circuito di alta sicurezza.
Il progetto della Comunità di Sant'Egidio 
prevede 7 eventi simili in diverse carceri: oltre a quello di Benevento, due nelle strutture di Poggioreale e Secondigliano, uno a Pozzuoli e uno a Santa Maria Capua Vetere.
Ad organizzare l'evento il giornalista e portavoce della Comunità di Sant'Egidio 
di Napoli, Antonio Mattone che con gli altri volontari anche di Benevento ha accolto i detenuti e gli ospiti, in primis l'arcivescovo Felice Accrocca, il provveditore generale delle carceri campane, Lucia Castellano, il garante regionale per i detenuti Samuele Ciambriello e il personale dell'istituto di pena sannita retto attualmente da Giulia Leone - vicedirettore del carcere di Poggioreale di Napoli - ma che da qualche giorno sostituisce a Benevento il direttore Gianfranco Marcello impegnato fuori sede per motivi di servizio.
«Quando vengo qui a trovare i detenuti gioisco. Credo che sia un segno importante essere qui e donare una giornata particolare in prossimità del Natale - le parole di monsignor Accrocca -. La civiltà di una nazione si vede anche da queste cose. Il Signore ha detto: "Ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Ho rinunciato volentieri ad un altro impegno per essere con i detenuti. Io quando vengo qui traggo sempre tanto beneficio-.
Il gesto del pranzo dona speranza a idetenuti, come ha sottolineato il provveditore Castellano: «Organizzare queste giornate è fondamentale sia per i detenuti che per quanti quotidianamente sono impegnati lavorativamente negli istituti di pena. L'iniziativa ha richiamato l'attenzione sulla speranza che il Natale apra i cuori per sensibilizzare cittadini, politica e istituzioni per mettere in campo misure necessarie per coloro che stanno affrontando la reclusione. Servono percorsi di solidarietà per andare oltre le mura dell'indifferenza. Bisogna fare entrare più associazioni, più volontari ma anche aziende grazie alla legge Muraglia».
La direttrice Leone ha definito l`iniziativa
«una tradizione che dona la possibilità a tutti i detenuti di alleggerire in qualche modo la malinconia che spesso attanaglia chi è costretto a vivere il Natale lontano dai propri cari».

 


[ Oreste Tretola ]