Anziani come risorsa, l'incontro della comunità di Sant'Egidio

Il percorso

Gli anziani non sono vite di scarto e prendersi cura di loro vuol dire continuare a farli fiorire e a rendere fertile la vita di tutti. E' questo il principio che sta alla base dell'incontro "In vecchiaia daranno ancora frutti", organizzato dalla comunità di Sant'Egidio, oggi, alle 17, alla chiesa di San Lorenzo a cui parteciperà anche il vescovo monsignor Francesco Soddu. Interverranno Daniela Borzomati, Stefania Parisi, Paolo Cicchini, Nicola Molè. Coordina: Maria Grazia Proietti, geriatra e responsabile Comunità Sant'Egidio di Terni.
«Gli anziani durante la pandemia sono coloro che hanno sofferto di più - spiega Proietti - Più forte della malattia è stata la solitudine, l'assenza di un abbraccio, la visita di un famigliare, la malattia vissuta in solitudine e spesso anche la morte non ha avuto la presenza di un famigliare di una mano da stringere. Gli anziani oramai non sono una categoria, in Italia come in tutto il mondo, sono un 'popolo'. Gli ultra 65enni oggi, in Italia, sono circa 14 milioni di persone. Molti, moltissimi di questi anziani sono in buona salute però potenziali vittime di due grandi malattie, la solitudine - quando intorno le persone care scompaiono - e l'indifferenza con cui la società percepisce gli anziani, come se fossero non solo inutili, addirittura un peso e quindi da scartare. I numeri però parlano di un "popolo"`. C'è, ma è dimenticato».
La Comunità di Sant'Egidio
 «vuole ribaltare questa cultura dello scarto ed ha sempre coltivato un rapporto speciale con gli anziani: il servizio, la preghiera, l'accompagnamento nella malattia, la visita nelle residenze protette, sono stati i nostri servizi ». «Ora in questo momento storico - prosegue Proietti - con una pandemia che sta allentando la sua morsa, è necessario che gli anziani tornino protagonisti della loro vita, è necessario alimentare la speranza. Per questo abbiamo deciso di fare un percorso insieme , un cammino per non perdere la speranza».
Da queste considerazioni l'idea di attuare «un percorso che prevede una serie di incontri ed è rivolto a tutti coloro che vogliono ancora vivere la speranza ma soprattutto agli anziani, alle loro famiglie, ai caregiver familiari e non. Si configura come opportunità di crescita culturale nell'ambito dell'aiuto e assistenza a malati fragili , anziani portatori di malattie neurologiche croniche ed invalidanti come la demenza» Gli incontri sì terranno due volte al mese, fino a febbraio. 

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