A Tor Bella Monaca nasce “Piazza della Pace”

A Tor Bella Monaca nasce “Piazza della Pace”

L’area antistante la sede della Comunità di Sant’Egidio ribattezzata il 16 ottobre, Giornata della memoria della deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz, nel 1943

L’invito alla pace passa anche attraverso l’intitolazione di una piazza. L’area antistante alla sede della Comunità di Sant’Egidio in via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca, da ieri, domenica 16 ottobre, è stata ribattezzata Piazza della Pace. La data della cerimonia non è stata scelta casualmente ma, in risposta agli episodi di antisemitismo e razzismo che si verificano ancora oggi, ricorda il 16 ottobre 1943 quando mille ebrei romani furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Inoltre, tra una settimana, domenica 23, si aprirà al convention center “La Nuvola” l’incontro internazionale “Il grido della pace” promosso dalla Comunità di Trastevere.

Preceduta da una Messa per la pace, presieduta da padre Moise Beavogui, della fraternità sacerdotale missionaria di Sant’Egidio, l’intitolazione della piazza ha voluto porre l’accento «sul lavoro fatto in questi anni a Tor Bella Monaca, che ha dato molti frutti di pace» ha detto Alessia Pesaresi referente della Comunità per il quartiere. I riflettori si accendono su quel quadrante della città «associandola solo a una zona di spaccio e di violenza, ma negli anni è molto cambiata», ha aggiunto Alessia, ricordando che molti adulti hanno trovato nella Comunità uno spazio «dove essere ascoltati e ricevere supporto nei loro bisogni, mentre i bambini vengono aiutati nello studio. In questa sede si ritrovano quotidianamente e in armonia famiglie provenienti da ogni parte del mondo».

I Giovani per la pace hanno espresso il loro impegno per una cultura del dialogo, dell’accoglienza e dell’inclusione che rifiuta ogni forma di violenza ed è strenuamente contraria alla guerra che si combatte in Ucraina e in altri Paesi del mondo, perché «con le armi non vince nessuno», ha ribadito Aurora. Urlando «Sì alla pace, no alla guerra», Francesco ha affermato che «dalla piazza nel cuore dei palazzi di Tor Bella Monaca parte un messaggio di pace che abbraccia tutto il mondo». Sullo sfondo alcuni bambini, ciascuno con una lettera, hanno formato la scritta “Stop war”. La parola è quindi passata a Marieta Omar, proveniente da Pemba, Capitale della provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico. In questi giorni è a Roma per le celebrazioni del trentesimo anniversario dell’accordo di pace firmato il 4 ottobre 1992 che metteva fine a 16 anni di guerra civile nel Paese, grazie a un lungo processo negoziale portato avanti dalla Comunità di Sant’Egidio. Dall’ottobre 2017 però il Mozambico è sprofondato in un nuovo vortice di violenza con attacchi terroristici poco più a nord di Pemba che «hanno già causato quasi un milione di sfollati e circa 4mila morti – ha ricordato Marieta -. Tra loro anche 10 fratelli della Comunità». Ha quindi parlato dell’impegno di Sant’Egidio per aiutare gli sfollati. È importante soprattutto «parlare con i giovani sfollati, sostenerli affinché si integrino, trovino un lavoro e non diventino facili vittime del reclutamento da parte di terroristi che approfittano della loro fragilità e della loro disperazione».


[ Roberta Pumpo ]