L'impegno e la fatica per una «pace preventiva»

Il Premio Città del Diaro, è stato conferito al fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, mentre il premio Tutino Giornalista a Elena Testi che ha raccontato la pandemia e la guerra in Ucraina per La7

Andrea Riccardi si è sempre schierato in prima linea, con la Comunità di Sant'Egidio da lui fondata nel 1968, per la difesa di quei valori umani che si rispecchiano nella memoria collettiva e che contribuiscono in modo determinante ad alimentarla. Si è schierato come studioso di storia e docente universitario, come mediatore in diversi conflitti contribuendo al raggiungimento della pace in diversi Paesi.
In un tempo così difficile come quello che stiamo vivendo, il 18 settembre scorso, l'Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano ha scelto di attribuirgli il Premio Città del Diario come riconoscimento al suo impegno costante. «Sono molto contento che siamo qui a parlare di pace. Perché oggi chi lo fa sembra essere un ingenuo, uno scemo, oppure gente che è legata a "loschi" disegni di tradimento di lealtà e fedeltà che ci vengono imposti. No! la pace è un fatto essenziale». Ha spiegato al momento di ritirare il Premio.
«In ebraico shalom, vuol dire non soltanto pace, ma anche benessere, stare bene;la condizione massima della vita. Questa condizione abbiamo accettato dí non viverla più. L'abbiamo accettata nei confronti dei paesi lontani, come in Mozambico con un milione di morti, ma anche nei confronti di paesi vicini: pensiamo alla Siria. Malgrado !a dittatura, era un Paese di convivenza tra cristiani e musulmani che è stato distrutto da una guerra barbara e incivile, ma noi non abbiamo prestato un minimo di attenzione. Il Pacifismo?! C'è stata una manifestazione? Una iniziativa diplomatica? Non è esistita.
Ce ne siamo accorti solo quando arrivavano i profughi e allora lì ci siamo divisi tra europei dell'est e la Merkel e gli europei occidentali, molto recalcitranti. Ci siamo divisi sulla questione dei profughi senza capire che le guerre sí comunicano, hanno un effetto destabilizzante generale e quindi la pace non è solo il bene di quel paese, ma un bene comune. Guardate la vicenda ucraina, come ha messo ïn crisi l'Europa».
Per Riccardi siamo in un mondo di follia che «ha dimenticato qual è il suo primo obiettivo: la crisi ecologica. Assistiamo a una rivolta della Terra contro gli esseri umani e i popoli, non è la fantasia di Greta o dì qualche scienziato che non appare in televisione come i virologi - verrà anche il loro momento — e noi non ci uniamo di fronte a questo. Non poniamo testa a quelle che sono le minacce che ci toccano, pensate alle Marche, ma continuiamo queste guerre senza fine. infatti non ci sono più guerre che si vincono o si perdono. Oggi le guerre si eternizzano. Pensiamo alla guerra in Siria, al jihadismo in Africa e ora all'Ucraina. Sembra una guerra senza fine in cui la parola pace è scomparsa dall'orizzonte
».
Così viviamo in un contesto dove siamo «ossessionati da una serie di immagini e tragedie difficili da ordinare». Passiamo attraverso conflitti in cui «non riusciamo a schierarci o dei quali non capiamo niente»: Tutsi e Hutu, Balcani... Le notizíe «ci passano sopra e non le capiamo, non ci soffermiamo, così si crea una certa impotenza, "Ma io che sono un uomo qualunque che ci posso fare?"
Questa impotenza crea rassegnazione e lascia l'iniziativa ai signori della guerra, a decisori lontani. Muore l'opinione pubblica. Il cercatore di pace è una persona che non rinuncia a coinvolgersi, a informarsi, a conoscere e allora tutto può cambiare. Cioè ognuno di noi può lasciare il segno. L'ho sperimentato personalmente. Con il terrorismo, in pochi possono fare la guerra, ma allo stesso modo, in pochi possono influire sui cammini di pace. Quantomeno tenere sotto controllo l'intenzione di conflitto. Non dobbiamo rinunciare far sentire la nostra voce e presenza sugli scenari internazionale. Altrimenti diventiamo come dei residui trascinati dalla corrente. Oppure gente che invoca lo Stato fortezza. Questa è la grande reazione ín un mondo che non ha una cultura sui fatti e sui problemi. Dire: "Io non ci capisco niente in questo mondo, chiudiamo le frontiere". Lo Stato fortezza può esistere solo nella propaganda elettorale».
Scroscio di applausi. «Lo Stato fortezza è una costnrzione ideologica e menzognera, oltre che crudele. La vera lotta è quella della "pace preventiva" Qualcuno faceva la guerra preventiva, io credo che vada fatta la pace preventiva». 


[ Luca Primavera ]