«Stop war», protesta all'ambasciata

«Guerra diabolica» Andrea Riccardi: tanta amarezza per una pace sprecata, in Europa è rinato il nazionalismo
La comunità di Roma al presidio per chiedere di fermare l'invasione del loro Paese. Sant'Egidio e la veglia di preghiera mondiale: «La guerra non può essere l'ultima parola»

Cantano l'inno nazionale e sognano la pace. «Il mio cuore è spaccato» dice Olga Pavlyuk, 67 anni, ucraina ma in Italia da quasi 25 anni. Con la bandiera giallo-azzurra sulle spalle è con qualche centinaio di suoi connazionali su via Castro Pretorio a pochi passi dell'ambasciata russa, per protestare contro la guerra. «Non può Putin, una persona sola, tenere sotto scacco il mondo con le armi. Muoiono i nostri figli, ma anche i figli delle madri russe».
«Non vogliamo la guerra», aggiunge Roman Popik di Leopoli, dove ha ancora dei parenti: «Le sanzioni faranno poco, serve un intervento armato». Anche Natalya Nanivska, 40 anni è nata a Leopoli: «Mio fratello é riservista civile, dopo i riservisti attivi prenderanno loro per combattere». La paura di perdere i propri cari non è meno della rabbia di dover rivendicare la proprio esistenza: «Dicono che la nostra cultura non esiste, ma nel '91 abbiamo fatto un lavoro pazzesco per riportare alla luce le nostre tradizioni». E aggiunge: «Nel 2014 non eravamo preparati, ma adesso combatteremo. Putin colpendoci ci ha uniti».
Tanto che Mario 
Tronca, presidente dell'Associazione culturale cristiana italo ucraina di Roma, parla di molti uomini che nei giorni scorsi «senza alcun invito alle armi, sono partiti volontari per difendere il loro Paese». Intanto su Instagram è diventata virale una battuta degli ucraini: «Russi adesso non abbiate paura di uscire in strada, tanto tutto il vostro esercito è da noi». A raccontarlo è Polina, studentessa russa, mentre mostra un cartello con scritto «Stop war» (Fermiamo la guerra). «In Russia stanno arrestando chiunque provi a manifestare contro la guerra in Ucraina - racconta - le città più grandi sono deserte, sono tutti in casa».
Sono una decina i giovani russi al presidio. «Putin è un pazzo psicopatico», dice una ragazza bionda. «Non posso dire il mio nome, ho la famiglia ancora in Russia», rivela, mentre racconta della sua amica ucraina bloccata a Charkiv sotto le bombe: «No, noi russi non l'abbiamo mai voluta questa guerra».
Anche la Comunità di Sant`Egidio 
ha organizzato una nuova veglia di preghiera, in serata, a Santa Maria in Trastevere, in collegamento con tutti i Paesi in cui è presente nel mondo. «E` la nostra prima, spontanea, risposta alla tragedia che si sta consumando in queste ore - spiega la Comunità - Non ci si può rassegnare alla guerra come ultima parola, bisogna chiedere incessantemente la pace».
«La guerra è diabolica, il peggior tormento degli esseri umani, invochiamo Dio - ha detto il fondatore Andrea Riccardi - C'è amarezza per una pace sprecata, dopo il 1945 e il 1989 in Europa sono rinati i nazionalismi, non siamo stati capaci di costruire la pace»



[ Diana Romersi ]